Carlo Raso
Plaster model of sepulchral statue of Paolina Ranieri (Naples 1817-Naples 1878), nurse of the poet Giacomo Leopardi between 1833 and 1837 - project by Michele Ruggiero; sculptor Tommaso Solari - National Library of Naples
Com'è noto, Antonio Ranieri innalzò alla sorella Paolina (Napoli 1817-Napoli 1878) - la quale aveva accudito Giacomo Leopardi durante il soggiorno napoletano, dal 1833 al 1837 - un monumento nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Esso è andato distrutto a seguito del bombardamento anglo-americano dell'agosto 1943: sopravvive solo la testa, ormai informe, nel Museo dell'Opera di Santa Chiara.
Fortunatamente, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli è custodito in una bacheca il modello in gesso, della stessa grandezza del sepolcro. Il progetto è di Michele Ruggiero, che si ispirò a Canova; l'esecuzione è dello scultore Tommaso Solari, notevole ritrattista.
Vale la pena rileggere il brano di Mario Picchi:
"Il Ranieri fece erigere un monumento alla sorella in camposanto, e fin qui nulla di strano: ma si spinse, lui inveterato mangiapreti, a supplicare e brigare per ottenere che nella chiesa di Santa Chiara, ove son le tombe dei re di Napoli, sorgesse un grande monumento davanti al quale egli spesso si recava non a pregare ma a piangere (secondo l'atto notorio presentato dagli eredi); fece porre un medaglione marmoreo nella chiesa di Piedigrotta col pretesto che la defunta nel 1860 aveva amorevolmente curato i garibaldini feriti nella battaglia del Volturno. L'inventario dell'eredità mostrava poi che fotografie di Paolina, del monumento di Santa Chiara, del medaglione di Piedigrotta pendevano da tutte le pareti della sua casa in via Nuova Capodimnte e della sua casina di Portici, trasformate ambedue in musei nei quali non si poteva toccar nulla per non mutare la disposizione data dalla defunta. E il senatore, gloria partenopea, andava sovente nella casa di via Nuova Capodimonte (quando abitava a Portici) "imaginando di riveder la sorella ed aspettandola ritto a piè della scala, ma, trascorsa l'ora stabilita, rientrava nella vettura e tornava a Portici".
(Mario Picchi, "Storie di Casa Leopardi", Rizzoli)
Plaster model of sepulchral statue of Paolina Ranieri (Naples 1817-Naples 1878), nurse of the poet Giacomo Leopardi between 1833 and 1837 - project by Michele Ruggiero; sculptor Tommaso Solari - National Library of Naples
Com'è noto, Antonio Ranieri innalzò alla sorella Paolina (Napoli 1817-Napoli 1878) - la quale aveva accudito Giacomo Leopardi durante il soggiorno napoletano, dal 1833 al 1837 - un monumento nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Esso è andato distrutto a seguito del bombardamento anglo-americano dell'agosto 1943: sopravvive solo la testa, ormai informe, nel Museo dell'Opera di Santa Chiara.
Fortunatamente, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli è custodito in una bacheca il modello in gesso, della stessa grandezza del sepolcro. Il progetto è di Michele Ruggiero, che si ispirò a Canova; l'esecuzione è dello scultore Tommaso Solari, notevole ritrattista.
Vale la pena rileggere il brano di Mario Picchi:
"Il Ranieri fece erigere un monumento alla sorella in camposanto, e fin qui nulla di strano: ma si spinse, lui inveterato mangiapreti, a supplicare e brigare per ottenere che nella chiesa di Santa Chiara, ove son le tombe dei re di Napoli, sorgesse un grande monumento davanti al quale egli spesso si recava non a pregare ma a piangere (secondo l'atto notorio presentato dagli eredi); fece porre un medaglione marmoreo nella chiesa di Piedigrotta col pretesto che la defunta nel 1860 aveva amorevolmente curato i garibaldini feriti nella battaglia del Volturno. L'inventario dell'eredità mostrava poi che fotografie di Paolina, del monumento di Santa Chiara, del medaglione di Piedigrotta pendevano da tutte le pareti della sua casa in via Nuova Capodimnte e della sua casina di Portici, trasformate ambedue in musei nei quali non si poteva toccar nulla per non mutare la disposizione data dalla defunta. E il senatore, gloria partenopea, andava sovente nella casa di via Nuova Capodimonte (quando abitava a Portici) "imaginando di riveder la sorella ed aspettandola ritto a piè della scala, ma, trascorsa l'ora stabilita, rientrava nella vettura e tornava a Portici".
(Mario Picchi, "Storie di Casa Leopardi", Rizzoli)