FRIULI SCONOSCIUTO....
LAGO DI RAGOGNA.
Il Lago di Ragogna è attualmente l’unico esempio di bacino lacustre, presente all’interno dell’apparato morenico dell’antico ghiacciaio würmiano del Tagliamento. Tutti gli altri specchi d’acqua e le paludi di varia estensione superficiale che si formarono a seguito del ritiro dei ghiacciai alla fine del Würm, nelle bassure e nelle conche comprese tra i rilievi delle tre cerchie moreniche, subirono, nel corso dei millenni, un lento processo di prosciugamento, dando origine a plaghe acquitrinose sfruttate, dapprima, come giacimenti di torba ed oggi trasformate in fertili zone coltivate. Anche il lago di Ragogna, tuttavia, va incontro ad una serie di lente trasformazioni, fra le quali quella più evidente è la progressiva riduzione della superficie dello specchio d’acqua, passata, dal 1860 ad oggi, approssimativamente da 24 a soli 19 ettari. Ciò è dovuto sia all’apporto di materiali alluvionali da parte dei suoi emissari, sia all’azione svolta dalla vegetazione natante e spondale che tende ad avanzare per cerchi sempre più stretti verso il centro del lago, sfruttando il materiale organico derivato dalla sua decomposizione che si deposita sul fondo.
CANON EOS 6D Mark II con ob. CANON EF 24-85 f./3,5-4,5 USM
FRIULI SCONOSCIUTO....
LAGO DI RAGOGNA.
Il Lago di Ragogna è attualmente l’unico esempio di bacino lacustre, presente all’interno dell’apparato morenico dell’antico ghiacciaio würmiano del Tagliamento. Tutti gli altri specchi d’acqua e le paludi di varia estensione superficiale che si formarono a seguito del ritiro dei ghiacciai alla fine del Würm, nelle bassure e nelle conche comprese tra i rilievi delle tre cerchie moreniche, subirono, nel corso dei millenni, un lento processo di prosciugamento, dando origine a plaghe acquitrinose sfruttate, dapprima, come giacimenti di torba ed oggi trasformate in fertili zone coltivate. Anche il lago di Ragogna, tuttavia, va incontro ad una serie di lente trasformazioni, fra le quali quella più evidente è la progressiva riduzione della superficie dello specchio d’acqua, passata, dal 1860 ad oggi, approssimativamente da 24 a soli 19 ettari. Ciò è dovuto sia all’apporto di materiali alluvionali da parte dei suoi emissari, sia all’azione svolta dalla vegetazione natante e spondale che tende ad avanzare per cerchi sempre più stretti verso il centro del lago, sfruttando il materiale organico derivato dalla sua decomposizione che si deposita sul fondo.
CANON EOS 6D Mark II con ob. CANON EF 24-85 f./3,5-4,5 USM