LA MUCCA LILLA.
SALVADANAIO DI ULTIMA GENERAZIONE.
Oltre al panciuto e classico salvadanaio, con la fessura che pare una bocca ghignante, il più diffuso tra questi, ormai storici oggetti, è il classico maialino, diffuso in tutto il mondo.
Le origini di tale inusitata forma di "piccolo forziere" per i risparmi domestici pare si debbano ricercare nell'Inghilterra medievale, quando, intorno al XV° secolo i casalinghi erano prodotti in una particolare tipologia d'argilla, detta "pygg", preferibile al metallo costoso e, quindi, scarsamente impiegato. Le casalinghe dell'epoca, quando erano in grado di economizzare una moneta, la gettavano in una di queste pentole o giare d'argilla, trasformando l'oggetto casalingo in primordiale salvadanaio.
Ma, nel corso dei secoli, ci si dimenticò di tale provenienza, confondendo "pygg" (argilla) con "pig" (maiale). Fu così che, nel XIX° secolo, quando i ceramisti inglesi ricevettero l'ordinazione di salvadanai, li modellarono a forma di maialino, riscuotendo grande successo, specie tra i bambini.
Se la precedente è una nota storico - etimologica, ci piace di più pensare, come comunemente accade, che il salvadanaio a forma di maialino derivi le sue origini dal significato simbolico che tale animale rivestiva, in un'arcaica ed agreste economia domestica.
Il maiale, infatti, è sempre stato un'importante risorsa alimentare, allevato fin dalla più remota antichità da tutte le popolazioni civili. Nella nostra tradizione contadina, ancor oggi, allevare e macellare un suino, contraddistingue la famiglia contadina per fortuna, prosperità e abbondanza. Specie nelle campagne del Nord - Italia, il maiale forniva, fino a pochi decenni fa, un insostituibile apporto calorico, con le sue carni, il lardo e gli insaccati.
Inoltre l'animale, in caso di estrema necessità, poteva essere scambiato o venduto per sopperire ai bisogni economici della famiglia, nello stesso modo con il quale, a malincuore, si rompe il maialino salvadanaio, in terracotta, per utilizzare degnamente i risparmi in esso contenuti
Immagine realizzata con lo smartphone SAMSUNG NOTE 4
LA MUCCA LILLA.
SALVADANAIO DI ULTIMA GENERAZIONE.
Oltre al panciuto e classico salvadanaio, con la fessura che pare una bocca ghignante, il più diffuso tra questi, ormai storici oggetti, è il classico maialino, diffuso in tutto il mondo.
Le origini di tale inusitata forma di "piccolo forziere" per i risparmi domestici pare si debbano ricercare nell'Inghilterra medievale, quando, intorno al XV° secolo i casalinghi erano prodotti in una particolare tipologia d'argilla, detta "pygg", preferibile al metallo costoso e, quindi, scarsamente impiegato. Le casalinghe dell'epoca, quando erano in grado di economizzare una moneta, la gettavano in una di queste pentole o giare d'argilla, trasformando l'oggetto casalingo in primordiale salvadanaio.
Ma, nel corso dei secoli, ci si dimenticò di tale provenienza, confondendo "pygg" (argilla) con "pig" (maiale). Fu così che, nel XIX° secolo, quando i ceramisti inglesi ricevettero l'ordinazione di salvadanai, li modellarono a forma di maialino, riscuotendo grande successo, specie tra i bambini.
Se la precedente è una nota storico - etimologica, ci piace di più pensare, come comunemente accade, che il salvadanaio a forma di maialino derivi le sue origini dal significato simbolico che tale animale rivestiva, in un'arcaica ed agreste economia domestica.
Il maiale, infatti, è sempre stato un'importante risorsa alimentare, allevato fin dalla più remota antichità da tutte le popolazioni civili. Nella nostra tradizione contadina, ancor oggi, allevare e macellare un suino, contraddistingue la famiglia contadina per fortuna, prosperità e abbondanza. Specie nelle campagne del Nord - Italia, il maiale forniva, fino a pochi decenni fa, un insostituibile apporto calorico, con le sue carni, il lardo e gli insaccati.
Inoltre l'animale, in caso di estrema necessità, poteva essere scambiato o venduto per sopperire ai bisogni economici della famiglia, nello stesso modo con il quale, a malincuore, si rompe il maialino salvadanaio, in terracotta, per utilizzare degnamente i risparmi in esso contenuti
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