CISON DI VALMARINO. PASSO DI SAN BOLDO.
LE GALLERIE VISTE DALL'ALTO.
Il Passo San Boldo è un collegamento "breve ma intenso" che unisce le zone di alta collina nei pressi di Cison di Valmarino, lungo le Prealpi Bellunesi e in misura particolare tra due vallate, la Valmaremo e la Valbelluna.
A un'altitudine di appena 706 metri sul livello del mare, il profilo topografico di questa zona è tuttavia così arduo che la realizzazione di questa fondamentale strada di collegamento - verso Belluno - richiese molti anni di lavoro.
Una svolta definita per il completamento del Passo San Boldo si ebbe soltanto durante la Prima guerra mondiale, quando le truppe austriache - utilizzando i prigionieri come manodopera - riuscirono a completare il collegamento (i lavori iniziarono nel 1914) in poco più di tre mesi di lavoro.
È da questo episodio che deriva il soprannome del valico, la Strada dei cento giorni, che fu attiva soltanto nel 1918, a conclusione della Grande Guerra e proprio mentre tutta la zona passava sotto il diretto controllo italiano.
Si tratta di una strada composta da una serie, in successione rapida, di tornanti e di cinque gallerie, che scavano la montagna e permettono così di superare il dislivello (in salita o in discesa) della SP635.
CANON EOS 6D Mark II con ob. CANON EF 24-85 f./3,5-4,5 USM
CISON DI VALMARINO. PASSO DI SAN BOLDO.
LE GALLERIE VISTE DALL'ALTO.
Il Passo San Boldo è un collegamento "breve ma intenso" che unisce le zone di alta collina nei pressi di Cison di Valmarino, lungo le Prealpi Bellunesi e in misura particolare tra due vallate, la Valmaremo e la Valbelluna.
A un'altitudine di appena 706 metri sul livello del mare, il profilo topografico di questa zona è tuttavia così arduo che la realizzazione di questa fondamentale strada di collegamento - verso Belluno - richiese molti anni di lavoro.
Una svolta definita per il completamento del Passo San Boldo si ebbe soltanto durante la Prima guerra mondiale, quando le truppe austriache - utilizzando i prigionieri come manodopera - riuscirono a completare il collegamento (i lavori iniziarono nel 1914) in poco più di tre mesi di lavoro.
È da questo episodio che deriva il soprannome del valico, la Strada dei cento giorni, che fu attiva soltanto nel 1918, a conclusione della Grande Guerra e proprio mentre tutta la zona passava sotto il diretto controllo italiano.
Si tratta di una strada composta da una serie, in successione rapida, di tornanti e di cinque gallerie, che scavano la montagna e permettono così di superare il dislivello (in salita o in discesa) della SP635.
CANON EOS 6D Mark II con ob. CANON EF 24-85 f./3,5-4,5 USM