emilius da atlantide
Belgrade surreal ..
A Belgrado, capitale della Serbia e un tempo corridoio fra Oriente e Occidente, è dedicata questa serie di immagini.
Chi pensa si tratti di una città noiosa e grigia si sbaglia. Belgrado, pur traversata da una crisi economica notevole, vive vorticosamente giorno e notte, i suoi locali sono colmi di gente che ha poco denaro in tasca ed ancor meno in banca, eppure non rinuncia alla "movida balcanica", fatta di pranzi semplici in locali tradizionali, pub, caffee con tavoli all'aperto nella Stari Grad, cinema, teatri .. Perfino durante i bombardamenti umanitari che resero molto difficile la sopravvivenza dei locali si racconta che i giovani non esitavano a scendere nelle piazze occupando quello spazio urbano che veniva colpito dall'alto dei cieli.. Molti abitanti belgradesi si offrirono, senza esserne comandati, come scudi umani per impedire la distruzione dei ponti sul Danubio. I ponti non sono obiettivi militari ma sono senz'altro vitali per la popolazione civile di una grande metropoli di fiume, anzi di fiumi.
In questi giorni alcuni media commemorano le migliaia di morti bosniaci musulmani del "massacro di Srebrenica" in Bosnia, avvenuto durante le guerre balcaniche, quelle guerre "civili" che furono causa della frammentazione della Jugoslavija, ex grande Paese indipendente e autorevole, e di molti altri massacri per tutti i contendenti in campo, cattolici, ortodossi e musulmani, bosniaci o albanesi che fossero.
Sarebbe doveroso, credo, ricordare anche i numerosi episodi di guerra che ebbero per protagonisti i civili serbi, i quali morirono a migliaia non solo sotto i bombradamenti aerei NATO ma anche, specialmente, negli "scontri etnici" sui territori nei quali piu' forte era la resistenza delle forze JNA (Esercito Popolare Jugoslavo)
Per quegli scontri armati cruentissimi molte responsabilità ricadono sulle forze vincitrici delle guerre blcaniche, sponsorizzate ampiamente dall'Occidente e dal Vaticano. Quelle stesse forze non troppo misteriose che ora stanno consentendo una campagna "umanitaria" di attentati alle proprietà dei serbi della provincia del Kosovo, campagna che prevede anche l'abbattmento di case occupate da innocenti cittadini che non hanno mai sparato un colpo di fucile e che mai vedrebbero un musulmano come nemico da eliminare.. La loro unica colpa sta , forse, nell'essere serbi ortodossi in una zona che la Comunitò internazionale desidera separata dalla Serbia. Tale campagna fa leva sulla maggioranza di etnia albanese kosovara attraverso l'istigazione religioso-politica.
Speriamo che la saggezza prevalga in futuro.. e che l'etnia e la religione non siano piu' motivo di divisioni laceranti e di guerra (strumentalizzata) nei tormentati Balcani.
In ogni caso il vecchio Maresciallo Tito, dapprima amato e odiato con eguale entusiasmo, gode oggi in tutte le Repubbliche jugoslave di una certa popolarità facilmente spiegabile. E' stato il tutore dell'ordine e della unità nazionale, rifiutando sempre l'allineamento con le grandi alleanze contrapposte. (Dopo la presa di distanza da Mosca, nel 1948, la Jugoslavija divenne leader del movimento dei "Non Allineati")
" Quando, dopo la guerra in Bosnia, ho visto i clero-nazionalisti osannati come fossero i piu' grandi combattenti per una Bosnia multietnica, solo perche' venissero realizzati gli obiettivi strategico-militari di una grande potenza, mentre le vittime di tutte le parti in causa erano meno importanti, tranne quelle che servivano allo scopo citato, ho constatato che l'oblio è come un filtro (...) "
( Emir Kusturica da "Dove sono io in questa storia" , Feltrinelli, 2011 )
Belgrade surreal ..
A Belgrado, capitale della Serbia e un tempo corridoio fra Oriente e Occidente, è dedicata questa serie di immagini.
Chi pensa si tratti di una città noiosa e grigia si sbaglia. Belgrado, pur traversata da una crisi economica notevole, vive vorticosamente giorno e notte, i suoi locali sono colmi di gente che ha poco denaro in tasca ed ancor meno in banca, eppure non rinuncia alla "movida balcanica", fatta di pranzi semplici in locali tradizionali, pub, caffee con tavoli all'aperto nella Stari Grad, cinema, teatri .. Perfino durante i bombardamenti umanitari che resero molto difficile la sopravvivenza dei locali si racconta che i giovani non esitavano a scendere nelle piazze occupando quello spazio urbano che veniva colpito dall'alto dei cieli.. Molti abitanti belgradesi si offrirono, senza esserne comandati, come scudi umani per impedire la distruzione dei ponti sul Danubio. I ponti non sono obiettivi militari ma sono senz'altro vitali per la popolazione civile di una grande metropoli di fiume, anzi di fiumi.
In questi giorni alcuni media commemorano le migliaia di morti bosniaci musulmani del "massacro di Srebrenica" in Bosnia, avvenuto durante le guerre balcaniche, quelle guerre "civili" che furono causa della frammentazione della Jugoslavija, ex grande Paese indipendente e autorevole, e di molti altri massacri per tutti i contendenti in campo, cattolici, ortodossi e musulmani, bosniaci o albanesi che fossero.
Sarebbe doveroso, credo, ricordare anche i numerosi episodi di guerra che ebbero per protagonisti i civili serbi, i quali morirono a migliaia non solo sotto i bombradamenti aerei NATO ma anche, specialmente, negli "scontri etnici" sui territori nei quali piu' forte era la resistenza delle forze JNA (Esercito Popolare Jugoslavo)
Per quegli scontri armati cruentissimi molte responsabilità ricadono sulle forze vincitrici delle guerre blcaniche, sponsorizzate ampiamente dall'Occidente e dal Vaticano. Quelle stesse forze non troppo misteriose che ora stanno consentendo una campagna "umanitaria" di attentati alle proprietà dei serbi della provincia del Kosovo, campagna che prevede anche l'abbattmento di case occupate da innocenti cittadini che non hanno mai sparato un colpo di fucile e che mai vedrebbero un musulmano come nemico da eliminare.. La loro unica colpa sta , forse, nell'essere serbi ortodossi in una zona che la Comunitò internazionale desidera separata dalla Serbia. Tale campagna fa leva sulla maggioranza di etnia albanese kosovara attraverso l'istigazione religioso-politica.
Speriamo che la saggezza prevalga in futuro.. e che l'etnia e la religione non siano piu' motivo di divisioni laceranti e di guerra (strumentalizzata) nei tormentati Balcani.
In ogni caso il vecchio Maresciallo Tito, dapprima amato e odiato con eguale entusiasmo, gode oggi in tutte le Repubbliche jugoslave di una certa popolarità facilmente spiegabile. E' stato il tutore dell'ordine e della unità nazionale, rifiutando sempre l'allineamento con le grandi alleanze contrapposte. (Dopo la presa di distanza da Mosca, nel 1948, la Jugoslavija divenne leader del movimento dei "Non Allineati")
" Quando, dopo la guerra in Bosnia, ho visto i clero-nazionalisti osannati come fossero i piu' grandi combattenti per una Bosnia multietnica, solo perche' venissero realizzati gli obiettivi strategico-militari di una grande potenza, mentre le vittime di tutte le parti in causa erano meno importanti, tranne quelle che servivano allo scopo citato, ho constatato che l'oblio è come un filtro (...) "
( Emir Kusturica da "Dove sono io in questa storia" , Feltrinelli, 2011 )