Incontro - Castelbuono scomparsa in 12 ritratti

by Michele Puccia

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Il mio primo progetto completo a conclusione di un anno straordinario!! Foto, testi e grafica del calendario 2011 commissionatomi dalla Cooperativa il Girasole e dalla Cooperativa Madonita. Il Calendario è disponibile in svariati punti vendita tra cui l'ufficio turistico sito in via Umberto I (il ricavato sarà impiegato per il sostentamento delle molteplici attività sociali delle cooperative)

Appaiono casualmente, avvolti da foschia, punti di contatto tra ciò che siamo e ciò che siamo stati, o meglio, ciò che molti di noi non sono stati mai. Iniziò così, filosofeggiando comunemente, all’ombra della pinnata da Matrici vecchia, come solo i castelbuonesi sanno fare, un progetto forse già sviluppato in passato ma ancora affascinante e carico di nuovi spunti: Le strade, il castello, i visi conosciuti degli anziani dediti al gioco, i bambini in corsa verso chissà quale obbiettivo… tutto questo nasce da un passato che sembra ormai scomparso, sepolto da un “nuovo” imperante e corrosivo capace di cancellare la memoria, la capacità di vedere, la fantasia nell’inventare e completare il quadro che termina ai bordi dell’apparenza. Ma come possiamo noi giovani, ancor più giovani di chi potrebbe certamente aver ben più alta e coltivata esperienza nel trattare l’argomento che introduciamo, trasmettere un messaggio così complesso e grave di tradizioni, saperi e ricordi come quello che riguarda le più intime radici di una città e dei suoi abitanti? Per tali fini non basterebbero intere enciclopedie eppure esiste una forma d’arte, oggi spesso banalizzata, passata quasi inosservata per essersi introdotta in ogni aspetto della vita umana, mitica come la sua origine, complessa come ogni arte ispirata più o meno acutamente da incaute muse, attuale in ogni istante e sublimatrice di fugaci immagini di vita e unica nel permettere i magici incontri di cui parliamo: La fotografia. Arte non perché definita tale da esperti studiosi ma umilmente così chiamata poiché prodotto di quell’attività creativa che lega indissolubilmente poetica e tecnica. Ma perché trasferire queste fotografie in un calendario? Come si può destare curiosità su un passato scomparso se non presentandolo nella quotidianità? Così il lento trascorrere dei giorni fa da contrappeso ad una fuga nell’oblio della memoria ridestando continuamente il desiderio di scoprire innato tanto al comune essere umano quanto all’ancor più complesso, orgogliosamente campanilista e critico “Homo castelbuonensis” capace di vedere, più di un ipotetico viaggiatore occasionale, la propria storia in un ritratto evocativo di antichi strumenti, arcaici gesti, vuoti sguardi e lontani sentimenti di dolcezza propri di una Castelbuono incredibilmente lontana da quella che tutti oggi conosciamo. Scomparsa appunto.

“E te li senti dentro quei legami,
i riti antichi e i miti del passato
e te li senti dentro come mani,
ma non comprendi più il significato…”

Francesco Guccini – Radici

Così come nelle fotografie anche nelle meravigliose parole di un poeta contemporaneo ritroviamo ciò di cui abbiamo parlato tentando di presentare quello che si profila più come un metaforico viaggio nelle nostre radici che mero foglio su cui scrivere appuntamenti e impegni da non dimenticare. Chiarito, anormalmente, il sottotitolo prima del titolo vero e proprio è giunto il momento di comprendere il perché dalle parola “incontro”: Cosa può avvenire se non un incontro tra l’oggi e l’ieri, il nuovo e l’antico, il bambino e il vecchio, l’ignoranza e la conoscenza? Tali incontri sono proprio i 12 ritratti. Ritratti ricercati, immagini di oggetti, dettagli impressi sulla carta così come avverrebbe sulla memoria: labilmente. Ma in fondo si tratta semplicemente di storie, storie in cui identificarsi, storie da narrare e storie da scoprire e far scoprire. Una macchina da cucire, un gioco apparentemente assurdo consistente nel lancio di pietre, un’informe vasca di lamiera per bagni d’altri tempi e infine strumenti mai cambiati dal giogo del tempo o così cambiati da non essere più riconoscibili o caduti completamente in disuso.

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