Peppino Diana
Passeggiando!!!!!! e fotografando il centro storico della mia Città Ceccano(fr) Exsplore
Il centro storico sorge sulla sommità e sui fianchi orientali di una collina. Sopra l’insediamento antico e medioevale si è sviluppato l’abitato moderno, il quale, a causa di diverse calamità, conserva pochi resti delle precedenti costruzioni.
In alto si erge il Castello, molto rimaneggiato nel Settecento e poi adibito a carcere mandamentale. Attualmente è proprietà privata e si riconoscono le vestigia di una torre, forse la trasformazione di una delle torri o del mastio del più antico castello dei de Ceccano. Il precedente castello era molto complesso e gravitava su un’area fortificata oggi ridotta a una spianata, piazza Mancini, con alcuni palazzi che hanno inglobato la cinta muraria. Sulla piazza del comune si affacciano il Palazzo comunale, già Antonelli e la seicentesca Chiesa di San Sebastiano. Il Palazzo comunale, unione di diverse abitazioni, appartenne alla famiglia del celebre cardinale; l’edificio si affaccia sopra un giardino signorile, che ricorda per alcune sue caratteristiche il giardino all’italiana. All’interno, nelle parti basse e meno visibili, si conservano resti degli edifici più antichi, fra cui diversi archi di sostegno medioevali. La Chiesa di San Sebastiano fu eretta dal comune e affidata ai francescani, i quali l’abbandonarono dopo il 1652 a seguito della soppressione dei conventi minori. L’edificio fu adattato a sede di ospedale, qui trasferito dall’antica sede di via dell’Ospedale Vecchio.
Il circuito murario antico e medioevale inglobava l’area del castello superiore, e tutto il quartiere ad oriente, posto attorno alla Chiesa di San Giovanni; mura medioevali affiorano in diversi punti, anche se gran parte sono andate distrutte o ne sono stati reimpiegati i materiali. Alcune tracce sono rimaste nella toponomastica, nell’andamento delle strade e delle costruzioni.
Dalla piazza del comune si accede per una breve e stretta via alla Chiesa di San Giovanni Battista. L’attuale edificio è il prodotto di diversi rimaneggiamenti, che hanno mutato anche l’orientamento della facciata. L’antica chiesa medioevale fu bruciata nel 1182 e ricostruita più volte, anche nel Cinquecento. L’attuale è stata realizzata su progetto dell’architetto Giovanni Battista Nolli a partire dalla metà del Settecento. Recentemente sono state scoperte costruzioni in mura poligonali ed una cappella medioevale, con tracce di affreschi.
L’edificio sacro, così come si presenta, risale al Settecento. In quell’occasione venne invertita la direzione dell’intero complesso, rivolgendo la facciata a sud. L’interno è a tre navate, con altare centrale unico e altari nelle navate laterali; i lati della breve crociera sono stati trasformati in cappelle. Sugli altari campeggiano diversi dipinti, alcuni dei quali del Sette-Ottocento e di buona fattura. E conservato nel presbiterio, vicino all’altare maggiore, un grande crocefisso tardo medioevale. Nella sacrestia sono una piccola collezione di reperti archeologici e qualche altro dipinto di un certo pregio. La Chiesa di San Giovanni Battista conserva le uniche testimonianze di affreschi medioevali esistenti in Ceccano, dopo la scomparsa di quelli esistenti in Santa Maria a Fiume: si trovano nella cappella dedicata alla Madonna, basamento del campanile eretto nel secolo XVI. In un documento del 1754 la cappella si intitola alla Natività di Maria Santissima. Gli affreschi sono stati deturpati all’inizio di questo secolo, per lavori edilizi, e pertanto risultano di difficile lettura. Su due pareti della cappella si nota appena un ciclo di affreschi riguardanti la vita della Madonna. Si osservano una Crocefissione con la Madonna Addolorata, un’Annunciazione, un Dormitio Virginis, e l’Incoronazione della Vergine. Sembra che questo sia l’unico ciclo completo intorno alla vita della Madonna, esistente nella zona.
La medioevale Chiesa di San Nicola, già extraurbana, che sorgeva nel mezzo di una foresta, oggi si trova in pieno centro storico. Distrutta dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, è stata ricostruita secondo Io stile ispirato all’architettura cistercense di Fossanova. Una primitiva chiesa fu abbattuta nel corso del XIII secolo e ricostruita, mecenati i de Ceccano, nel corso del Trecento, come attestano le iscrizioni incise sui pilastri fatti erigere da Tommaso il Giovane, Berardo e Tommaso il Vecchio. La pianta è irregolare e permangono tracce di affreschi per tutta la chiesa, anche se l’apparato pittorico è quasi del tutto sparito: l’unico affresco visibile è quello posto sopra l’arco trionfale. La chiesa è a tre navate rettangolari anche se irregolari, suddivisa da pilastri che sorreggono archi acuti. Rimangono le sei monofore della primitiva chiesa, collocate tre per parete. Sulla facciata campeggia un bel rosone e tutto l’edificio presenta diversi elementi decorativi medioevali e recenti. L’ingresso principale è posto sul fianco sinistro. Il portale presenta delle colonnine che sorreggono un arco decorato, la lunetta è affrescata, e la pittura rappresenta la Madonna della Foresta. La chiesa nel Medioevo non aveva cura d’anime e possedeva un ingente patrimonio nel quale si elencavano mulini e gualchiere. Diventò parrocchiale nel 1780 quando Ceccano aumentò considerevolmente la popolazione. Entro la chiesa si conservano alcune pale d’altare del Seicento e Settecento.
La Chiesa di Santa Maria a Fiume, distrutta a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata ricostruita nella precedente posizione e con lo stesso stile, reimpiegando gran parte del materiale recuperato. L’edificio ha avuto la ventura di essere stato costruito e ricostruito ben quattro volte. La primitiva chiesa, sorta sopra i resti di edifici di epoca classica, non si sa con precisione se terme o tempio, era sicuramente romanica, ed esisteva già nel corso del secolo XII. Verso la fine di questo secolo, ad opera dei de Ceccano, i quali intendevano edificare una loro chiesa e il loro sacrario, l’edificio venne rimaneggiato. I portici laterali furono trasformati in navate e tutto il tempio venne adattato nuovo stile diffuso dai cistercensi di Fossanova. Altri lavori furono eseguiti verso la metà del Trecento, sempre ad opera dei ceccanesi; prodotto di tali interventi era un edificio sacro che appariva sostaizialmente un ibrido. Distrutto a causa della guerra, è stato ricostruito nelle forme preesistenti. Il monumento, dichiarato d’interesse nazionale alla fine del secolo scorso, è posto lungo il fiume Sacco, di sopra di un prato, staccato del tutto dalla città che sorgeva oltre il fiume, sopra la collina. Attualmente, a causa dell’espansione della città, si trova nel perimetro urbano. Conserva però il fascino del luogo, con un vasto prato verde attorno, isolato dalle moderne costruzioni della zona.
La costruzione è molto ampia, a tre navate con una facciata semplice ed essenziale. Il portale è composto da colonne rientranti e da un archivolto. Al di sopra del portale c’è un grande rosone fiorito a doppia ghiera. L’interno oggi è spoglio delle decorazioni parietali presenti fino alla distruzione recente. Vi era un notevole patrimonio di affreschi, attribuiti alla scuola di Giotto, dati i legami fra alcuni cardinali, i de Ceccano, i loro parenti, e il pittore. Gli affreschi non costituivano un ciclo, ma sembravano essere quadri staccati l’uno dall’altro, molti dei quali devozionali o dipinti a corredo di tombe. In questa chiesa si conserva oggi una Madonna lignea, tradizionalmente venerata dal popolo laziale. “La Madonna è grandezza naturale, regge in braccio il Santo Bambino ed è seduta su un rozzo( sedile di legno... Il gruppo... è collocato in una cornice di legno ancor esso di cedro del Libano, arieggiante, non sappiamo se per contemporaneità di esecuzione, o solo per imitazione posteriore lo stile della chiesa...” Così Giuseppe Marchetti Longhi, uno degli ultimi studiosi e testimone della chiesa avanti la distruzione, descrive la statua. Nel tempio c’è un imponente pergamo: un grande ambone elevato su quattro colonne composto da un piano circondato da altre colonne, alternativamente uguali. Sulla balaustra due leggii ed una colonna tortile per il cero pasquale. Alla base delle colonne del piano sono raffigurati due leoni che divorano la preda tenuta fra le zampe.
Sempre a proposito di Santa Maria a Fiume può essere interessante ricordare la consacrazione, avvenuta nel 1196, della chiesa ristrutturata dai de Ceccano e in particolare dal cardinale Giordano e dal fratello Giovanni, signore del luogo.
La fastosa cerimonia ci è descritta dagli “Annales Ceccanenses”, cronaca domestica dei signori di Ceccano. Alla presenza di una enorme folla, composta da laici e da chierici, sei vescovi, Berardo di Ferentino, Giovanni di Anagni, Oddone di Veroli, Pietro di Segni, Taddeo di Alatri e Tedelgario di Terracina consacrarono alla Madonna la chiesa, l’altare maggiore e gli altari delle due navate laterali. La sera precedente la festa religiosa, ci fu una processione notturna, illuminata da torce, durante la quale furono portate dodici croci astili d’argento, quattro evangelari, venti turiboli d’argento e quattro urne di reliquie, poste poi entro altrettanti padiglioni, custodite e vegliate per tutta la notte.
Alla cerimonia della consacrazione era assente il conte Giovanni perché malato. Improvvisamente comparve, subitamente guarito, e questo fece gridare la folla al miracolo. Al termine della cerimonia, vennero donate alla chiesa diverse regalìe, fra le quali gli arredi in opus theutonicus dati dal cardinale Giordano e la charta libertatis concessa da Giovanni, con la quale si davano privilegi ed il diritto d’asilo alla chiesa.
Passeggiando!!!!!! e fotografando il centro storico della mia Città Ceccano(fr) Exsplore
Il centro storico sorge sulla sommità e sui fianchi orientali di una collina. Sopra l’insediamento antico e medioevale si è sviluppato l’abitato moderno, il quale, a causa di diverse calamità, conserva pochi resti delle precedenti costruzioni.
In alto si erge il Castello, molto rimaneggiato nel Settecento e poi adibito a carcere mandamentale. Attualmente è proprietà privata e si riconoscono le vestigia di una torre, forse la trasformazione di una delle torri o del mastio del più antico castello dei de Ceccano. Il precedente castello era molto complesso e gravitava su un’area fortificata oggi ridotta a una spianata, piazza Mancini, con alcuni palazzi che hanno inglobato la cinta muraria. Sulla piazza del comune si affacciano il Palazzo comunale, già Antonelli e la seicentesca Chiesa di San Sebastiano. Il Palazzo comunale, unione di diverse abitazioni, appartenne alla famiglia del celebre cardinale; l’edificio si affaccia sopra un giardino signorile, che ricorda per alcune sue caratteristiche il giardino all’italiana. All’interno, nelle parti basse e meno visibili, si conservano resti degli edifici più antichi, fra cui diversi archi di sostegno medioevali. La Chiesa di San Sebastiano fu eretta dal comune e affidata ai francescani, i quali l’abbandonarono dopo il 1652 a seguito della soppressione dei conventi minori. L’edificio fu adattato a sede di ospedale, qui trasferito dall’antica sede di via dell’Ospedale Vecchio.
Il circuito murario antico e medioevale inglobava l’area del castello superiore, e tutto il quartiere ad oriente, posto attorno alla Chiesa di San Giovanni; mura medioevali affiorano in diversi punti, anche se gran parte sono andate distrutte o ne sono stati reimpiegati i materiali. Alcune tracce sono rimaste nella toponomastica, nell’andamento delle strade e delle costruzioni.
Dalla piazza del comune si accede per una breve e stretta via alla Chiesa di San Giovanni Battista. L’attuale edificio è il prodotto di diversi rimaneggiamenti, che hanno mutato anche l’orientamento della facciata. L’antica chiesa medioevale fu bruciata nel 1182 e ricostruita più volte, anche nel Cinquecento. L’attuale è stata realizzata su progetto dell’architetto Giovanni Battista Nolli a partire dalla metà del Settecento. Recentemente sono state scoperte costruzioni in mura poligonali ed una cappella medioevale, con tracce di affreschi.
L’edificio sacro, così come si presenta, risale al Settecento. In quell’occasione venne invertita la direzione dell’intero complesso, rivolgendo la facciata a sud. L’interno è a tre navate, con altare centrale unico e altari nelle navate laterali; i lati della breve crociera sono stati trasformati in cappelle. Sugli altari campeggiano diversi dipinti, alcuni dei quali del Sette-Ottocento e di buona fattura. E conservato nel presbiterio, vicino all’altare maggiore, un grande crocefisso tardo medioevale. Nella sacrestia sono una piccola collezione di reperti archeologici e qualche altro dipinto di un certo pregio. La Chiesa di San Giovanni Battista conserva le uniche testimonianze di affreschi medioevali esistenti in Ceccano, dopo la scomparsa di quelli esistenti in Santa Maria a Fiume: si trovano nella cappella dedicata alla Madonna, basamento del campanile eretto nel secolo XVI. In un documento del 1754 la cappella si intitola alla Natività di Maria Santissima. Gli affreschi sono stati deturpati all’inizio di questo secolo, per lavori edilizi, e pertanto risultano di difficile lettura. Su due pareti della cappella si nota appena un ciclo di affreschi riguardanti la vita della Madonna. Si osservano una Crocefissione con la Madonna Addolorata, un’Annunciazione, un Dormitio Virginis, e l’Incoronazione della Vergine. Sembra che questo sia l’unico ciclo completo intorno alla vita della Madonna, esistente nella zona.
La medioevale Chiesa di San Nicola, già extraurbana, che sorgeva nel mezzo di una foresta, oggi si trova in pieno centro storico. Distrutta dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, è stata ricostruita secondo Io stile ispirato all’architettura cistercense di Fossanova. Una primitiva chiesa fu abbattuta nel corso del XIII secolo e ricostruita, mecenati i de Ceccano, nel corso del Trecento, come attestano le iscrizioni incise sui pilastri fatti erigere da Tommaso il Giovane, Berardo e Tommaso il Vecchio. La pianta è irregolare e permangono tracce di affreschi per tutta la chiesa, anche se l’apparato pittorico è quasi del tutto sparito: l’unico affresco visibile è quello posto sopra l’arco trionfale. La chiesa è a tre navate rettangolari anche se irregolari, suddivisa da pilastri che sorreggono archi acuti. Rimangono le sei monofore della primitiva chiesa, collocate tre per parete. Sulla facciata campeggia un bel rosone e tutto l’edificio presenta diversi elementi decorativi medioevali e recenti. L’ingresso principale è posto sul fianco sinistro. Il portale presenta delle colonnine che sorreggono un arco decorato, la lunetta è affrescata, e la pittura rappresenta la Madonna della Foresta. La chiesa nel Medioevo non aveva cura d’anime e possedeva un ingente patrimonio nel quale si elencavano mulini e gualchiere. Diventò parrocchiale nel 1780 quando Ceccano aumentò considerevolmente la popolazione. Entro la chiesa si conservano alcune pale d’altare del Seicento e Settecento.
La Chiesa di Santa Maria a Fiume, distrutta a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata ricostruita nella precedente posizione e con lo stesso stile, reimpiegando gran parte del materiale recuperato. L’edificio ha avuto la ventura di essere stato costruito e ricostruito ben quattro volte. La primitiva chiesa, sorta sopra i resti di edifici di epoca classica, non si sa con precisione se terme o tempio, era sicuramente romanica, ed esisteva già nel corso del secolo XII. Verso la fine di questo secolo, ad opera dei de Ceccano, i quali intendevano edificare una loro chiesa e il loro sacrario, l’edificio venne rimaneggiato. I portici laterali furono trasformati in navate e tutto il tempio venne adattato nuovo stile diffuso dai cistercensi di Fossanova. Altri lavori furono eseguiti verso la metà del Trecento, sempre ad opera dei ceccanesi; prodotto di tali interventi era un edificio sacro che appariva sostaizialmente un ibrido. Distrutto a causa della guerra, è stato ricostruito nelle forme preesistenti. Il monumento, dichiarato d’interesse nazionale alla fine del secolo scorso, è posto lungo il fiume Sacco, di sopra di un prato, staccato del tutto dalla città che sorgeva oltre il fiume, sopra la collina. Attualmente, a causa dell’espansione della città, si trova nel perimetro urbano. Conserva però il fascino del luogo, con un vasto prato verde attorno, isolato dalle moderne costruzioni della zona.
La costruzione è molto ampia, a tre navate con una facciata semplice ed essenziale. Il portale è composto da colonne rientranti e da un archivolto. Al di sopra del portale c’è un grande rosone fiorito a doppia ghiera. L’interno oggi è spoglio delle decorazioni parietali presenti fino alla distruzione recente. Vi era un notevole patrimonio di affreschi, attribuiti alla scuola di Giotto, dati i legami fra alcuni cardinali, i de Ceccano, i loro parenti, e il pittore. Gli affreschi non costituivano un ciclo, ma sembravano essere quadri staccati l’uno dall’altro, molti dei quali devozionali o dipinti a corredo di tombe. In questa chiesa si conserva oggi una Madonna lignea, tradizionalmente venerata dal popolo laziale. “La Madonna è grandezza naturale, regge in braccio il Santo Bambino ed è seduta su un rozzo( sedile di legno... Il gruppo... è collocato in una cornice di legno ancor esso di cedro del Libano, arieggiante, non sappiamo se per contemporaneità di esecuzione, o solo per imitazione posteriore lo stile della chiesa...” Così Giuseppe Marchetti Longhi, uno degli ultimi studiosi e testimone della chiesa avanti la distruzione, descrive la statua. Nel tempio c’è un imponente pergamo: un grande ambone elevato su quattro colonne composto da un piano circondato da altre colonne, alternativamente uguali. Sulla balaustra due leggii ed una colonna tortile per il cero pasquale. Alla base delle colonne del piano sono raffigurati due leoni che divorano la preda tenuta fra le zampe.
Sempre a proposito di Santa Maria a Fiume può essere interessante ricordare la consacrazione, avvenuta nel 1196, della chiesa ristrutturata dai de Ceccano e in particolare dal cardinale Giordano e dal fratello Giovanni, signore del luogo.
La fastosa cerimonia ci è descritta dagli “Annales Ceccanenses”, cronaca domestica dei signori di Ceccano. Alla presenza di una enorme folla, composta da laici e da chierici, sei vescovi, Berardo di Ferentino, Giovanni di Anagni, Oddone di Veroli, Pietro di Segni, Taddeo di Alatri e Tedelgario di Terracina consacrarono alla Madonna la chiesa, l’altare maggiore e gli altari delle due navate laterali. La sera precedente la festa religiosa, ci fu una processione notturna, illuminata da torce, durante la quale furono portate dodici croci astili d’argento, quattro evangelari, venti turiboli d’argento e quattro urne di reliquie, poste poi entro altrettanti padiglioni, custodite e vegliate per tutta la notte.
Alla cerimonia della consacrazione era assente il conte Giovanni perché malato. Improvvisamente comparve, subitamente guarito, e questo fece gridare la folla al miracolo. Al termine della cerimonia, vennero donate alla chiesa diverse regalìe, fra le quali gli arredi in opus theutonicus dati dal cardinale Giordano e la charta libertatis concessa da Giovanni, con la quale si davano privilegi ed il diritto d’asilo alla chiesa.