carlini.sonia
chino !! sulla tinozza colorata
le concerie sono uno dei migliori esempi di come alcune parti del Marocco siano ancora strettamente legate a pratiche sviluppate in epoca medievale.
il pellame marocchino,e più specificamente quello prodotto a Fès, è apprezzato da secoli ed è ritenuto tra i migliori del mondo.
non a caso, quel tipo di cuoio realizzato con morbida pelle di capra e usato soprattutto per le copertine dei libri, si chiama semplicemente " marocchino ".
il Marocco vanta una millenaria tradizione nella concia delle pelli e, dall' età medievale a oggi, le tecniche non sono cambiate di molto.
le pelli sono ancora trasportate a dorso d' asino lungo le anguste stradine fino alle vasche di tintura costruite secondo un modello immutato nel tempo, se non per il rivestimento in moderne piastrelle di ceramica.
i conciatori sono tuttora organizzati in corporazioni di stampo medievale, dove il lavoro si trasmette in genere di padre in figlio.
purtroppo anche le condizioni lavorative, igieniche e di sicurezza sono rimaste ferme a secoli fa e i problemi di salute fra i lavoratori, che stanno tutto il giorno immersi fino alle ginocchia nelle sostanze chimiche, sono frequenti.
le concerie sviluppano odori nauseabondi, per poter resistere al fetore, i turisti in visita vengono riforniti di foglie di menta da tenere vicino al naso.
tra gli ingredienti principali utilizzati nella concia rientrano gli escrementi di piccione e l' urina di mucca, mescolati con la cenere, ma ci sono anche sostanze più " delicate " come indaco, zafferano e papavero, usate come coloranti
chino !! sulla tinozza colorata
le concerie sono uno dei migliori esempi di come alcune parti del Marocco siano ancora strettamente legate a pratiche sviluppate in epoca medievale.
il pellame marocchino,e più specificamente quello prodotto a Fès, è apprezzato da secoli ed è ritenuto tra i migliori del mondo.
non a caso, quel tipo di cuoio realizzato con morbida pelle di capra e usato soprattutto per le copertine dei libri, si chiama semplicemente " marocchino ".
il Marocco vanta una millenaria tradizione nella concia delle pelli e, dall' età medievale a oggi, le tecniche non sono cambiate di molto.
le pelli sono ancora trasportate a dorso d' asino lungo le anguste stradine fino alle vasche di tintura costruite secondo un modello immutato nel tempo, se non per il rivestimento in moderne piastrelle di ceramica.
i conciatori sono tuttora organizzati in corporazioni di stampo medievale, dove il lavoro si trasmette in genere di padre in figlio.
purtroppo anche le condizioni lavorative, igieniche e di sicurezza sono rimaste ferme a secoli fa e i problemi di salute fra i lavoratori, che stanno tutto il giorno immersi fino alle ginocchia nelle sostanze chimiche, sono frequenti.
le concerie sviluppano odori nauseabondi, per poter resistere al fetore, i turisti in visita vengono riforniti di foglie di menta da tenere vicino al naso.
tra gli ingredienti principali utilizzati nella concia rientrano gli escrementi di piccione e l' urina di mucca, mescolati con la cenere, ma ci sono anche sostanze più " delicate " come indaco, zafferano e papavero, usate come coloranti