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Jerash
Jerash (arabo: جرش), l'antica Gerasa, è la capitale dell'omonima regione giordana, nel nord del paese, a circa trenta chilometri dalla capitale Amman.
La città è situata sulle rive del fiume Wadi Jerash[2], che fa parte del bacino idrografico del Giordano e prospera grazie al fertile terreno agricolo circostante.
Storia
Il sito esisteva già in epoca neolitica come i ritrovamenti archeologici confermano e molto probabilmente continuò ad essere abitato anche durante l'età del bronzo e quella del ferro. Grazie alla presenza del fiume Wadi Jerash già nel Neolitico il centro era abitato e d'altronde i resti che affiorano oggi dai siti archeologici appartengono ad un ventaglio storico che va dall'età del bronzo a quella romana
Cardo massimo, Macellum, tetrapilon meridionale e tetrapylon settentrionale
Il cardo massimo, strada colonnata, è la via principale della città, lunga 800 metri, dal foro ovale alla porta nord, e conserva ancora la pavimentazione originale, in cui si vedono ancora i solchi dei carri e gli scolo dell'acqua. Le 500 colonne ai lati della strada, che sono state restaurate negli anni 60 del secolo scorso, avevano altezze diverse per adattarsi alle facciate dei palazzi che sorgevano alle loro spalle.
poco prima di incrociarsi col decumano sud[5] si trova l'ingresso dell'agorà o macellum, dove i cittadini solevano incontrarsi intorno alla fontana centrale.
Nei due punti dove il cardo incrociava i decumani (sud e nord) vennero costruiti altrettanti tetrapylon. Quello meridionale era formato da quattro basamento che sorreggevano, ciascuno, quattro colonne, sormontate da un piano con sopra una statua (oggi si vedono le basi mentre le colonne sono in fase di restaurazione), mentre il tetrapylon settentrionale, che ha l'aspetto di un arco è stato restaurato, nel 2000, ed era dedicato alla moglie dell'imperatore Settimio Severo.
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Jerash
Jerash (arabo: جرش), l'antica Gerasa, è la capitale dell'omonima regione giordana, nel nord del paese, a circa trenta chilometri dalla capitale Amman.
La città è situata sulle rive del fiume Wadi Jerash[2], che fa parte del bacino idrografico del Giordano e prospera grazie al fertile terreno agricolo circostante.
Storia
Il sito esisteva già in epoca neolitica come i ritrovamenti archeologici confermano e molto probabilmente continuò ad essere abitato anche durante l'età del bronzo e quella del ferro. Grazie alla presenza del fiume Wadi Jerash già nel Neolitico il centro era abitato e d'altronde i resti che affiorano oggi dai siti archeologici appartengono ad un ventaglio storico che va dall'età del bronzo a quella romana
Cardo massimo, Macellum, tetrapilon meridionale e tetrapylon settentrionale
Il cardo massimo, strada colonnata, è la via principale della città, lunga 800 metri, dal foro ovale alla porta nord, e conserva ancora la pavimentazione originale, in cui si vedono ancora i solchi dei carri e gli scolo dell'acqua. Le 500 colonne ai lati della strada, che sono state restaurate negli anni 60 del secolo scorso, avevano altezze diverse per adattarsi alle facciate dei palazzi che sorgevano alle loro spalle.
poco prima di incrociarsi col decumano sud[5] si trova l'ingresso dell'agorà o macellum, dove i cittadini solevano incontrarsi intorno alla fontana centrale.
Nei due punti dove il cardo incrociava i decumani (sud e nord) vennero costruiti altrettanti tetrapylon. Quello meridionale era formato da quattro basamento che sorreggevano, ciascuno, quattro colonne, sormontate da un piano con sopra una statua (oggi si vedono le basi mentre le colonne sono in fase di restaurazione), mentre il tetrapylon settentrionale, che ha l'aspetto di un arco è stato restaurato, nel 2000, ed era dedicato alla moglie dell'imperatore Settimio Severo.