My soul in pixel..
Tramonto novembrino sulle baite di Brione Verzasca..
La pianta del mais è originaria dell’America Latina ed era già conosciuta in Messico almeno 5500 o 6000 anni fa. Questo cereale è stato importato con il secondo viaggio di Colombo (1495), assieme alla patata e al tabacco, ma venne allevato solo a partire dal 1520. Oggi è diffusamente coltivato in tutte le regioni temperate.
Venne denominato "turco" (granoturco) perché dopo la scoperta dell’America rimase per molto tempo l’uso di chiamare "turco" ogni prodotto proveniente da oltremare. Fino ad allora i fiorenti commerci con l’Oriente passavano generalmente attraverso la Turchia.
Una leggenda spiega che..
il mais era velenoso e che sarebbe stato reso commestibile da San Carlo, impietosito dalla gente lombarda in un periodo di carestia. In realtà, però, è solo a partire dal '600 che questa coltura è stata introdotta in Lombardia e nel Sottoceneri, dove si coltivava anche panìco e miglio. Le valli, per ragioni climatiche, restarono ancora zone di coltura di segale, orzo e miglio fino agli inizi del secolo scorso. Solo all’inizio dell’800 il granoturco si sostituì completamente e definitivamente al miglio nella preparazione della polenta, per questo motivo possiamo affermare che la polenta di mais è una pietanza relativamente recente
FONTE: www.schub.ch/file/Z__Appendice_SF_8_polenta.pdf
(...) Per variare l'incredibile uniformità dell'alimentazione locale, venivano consumate (in Ticino ndr) grosse quantità di castagne e di fave che costituivano così l'integratore, se non addirittura il sostituto, alle granaglie nei mesi invernali o a scorte finite.
Altri elementi molto preziosi che facevano parte della nostra alimentazione, erano le olive e le noci, consumate con estrema parsimonia, poiché destinate quasi tutte alla estrazione di olio.
Sostanziali cambiamenti nella nostra alimentazione, si ottennero solo recentemente con l'avvento del turismo, attorno al 1930, che introdusse i primi concreti cambiamenti.
Pure la carne, anche e solo per i più benestanti, costituiva un raro alimento, solitamente consumato in grandi occasioni festive come il Natale o la Pasqua. Per lo più si trattava di carne suina e, qualche volta, di coniglio o gallina, sempre consumata con infinita parsimonia.
(...)
FONTE: www.bcavadini.ch/vescovadia/pgs/emigraz.html
Anche se la poverta' era generalizzata sulle Alpi, pare che in Ticino se la passassero gia' allora discretamente meglio che in altri posti meno fortunati climaticamente come leggiamo dal medesimo autore:
(...)
Nell'ultimo quinquennio sono emerse nuove teorie, secondo le quali la qualità di vita dell'epoca, almeno per ciò che concerne la nostra ed altre regioni di montagna, era molto meno difficile che altrove. Sul posto erano quasi sempre reperibili, più o meno da tutti, latte, prodotti caseari e (là dove esisteva il lago) pesce; tutti elementi che contribuirono non poco ad eliminare epidemie riscontrabili altrove, dove queste condizioni particolari non esistevano, come la pellagra, che decimava la popolazione (...)
Tramonto novembrino sulle baite di Brione Verzasca..
La pianta del mais è originaria dell’America Latina ed era già conosciuta in Messico almeno 5500 o 6000 anni fa. Questo cereale è stato importato con il secondo viaggio di Colombo (1495), assieme alla patata e al tabacco, ma venne allevato solo a partire dal 1520. Oggi è diffusamente coltivato in tutte le regioni temperate.
Venne denominato "turco" (granoturco) perché dopo la scoperta dell’America rimase per molto tempo l’uso di chiamare "turco" ogni prodotto proveniente da oltremare. Fino ad allora i fiorenti commerci con l’Oriente passavano generalmente attraverso la Turchia.
Una leggenda spiega che..
il mais era velenoso e che sarebbe stato reso commestibile da San Carlo, impietosito dalla gente lombarda in un periodo di carestia. In realtà, però, è solo a partire dal '600 che questa coltura è stata introdotta in Lombardia e nel Sottoceneri, dove si coltivava anche panìco e miglio. Le valli, per ragioni climatiche, restarono ancora zone di coltura di segale, orzo e miglio fino agli inizi del secolo scorso. Solo all’inizio dell’800 il granoturco si sostituì completamente e definitivamente al miglio nella preparazione della polenta, per questo motivo possiamo affermare che la polenta di mais è una pietanza relativamente recente
FONTE: www.schub.ch/file/Z__Appendice_SF_8_polenta.pdf
(...) Per variare l'incredibile uniformità dell'alimentazione locale, venivano consumate (in Ticino ndr) grosse quantità di castagne e di fave che costituivano così l'integratore, se non addirittura il sostituto, alle granaglie nei mesi invernali o a scorte finite.
Altri elementi molto preziosi che facevano parte della nostra alimentazione, erano le olive e le noci, consumate con estrema parsimonia, poiché destinate quasi tutte alla estrazione di olio.
Sostanziali cambiamenti nella nostra alimentazione, si ottennero solo recentemente con l'avvento del turismo, attorno al 1930, che introdusse i primi concreti cambiamenti.
Pure la carne, anche e solo per i più benestanti, costituiva un raro alimento, solitamente consumato in grandi occasioni festive come il Natale o la Pasqua. Per lo più si trattava di carne suina e, qualche volta, di coniglio o gallina, sempre consumata con infinita parsimonia.
(...)
FONTE: www.bcavadini.ch/vescovadia/pgs/emigraz.html
Anche se la poverta' era generalizzata sulle Alpi, pare che in Ticino se la passassero gia' allora discretamente meglio che in altri posti meno fortunati climaticamente come leggiamo dal medesimo autore:
(...)
Nell'ultimo quinquennio sono emerse nuove teorie, secondo le quali la qualità di vita dell'epoca, almeno per ciò che concerne la nostra ed altre regioni di montagna, era molto meno difficile che altrove. Sul posto erano quasi sempre reperibili, più o meno da tutti, latte, prodotti caseari e (là dove esisteva il lago) pesce; tutti elementi che contribuirono non poco ad eliminare epidemie riscontrabili altrove, dove queste condizioni particolari non esistevano, come la pellagra, che decimava la popolazione (...)