ANGST
Mentre curiosavo su Internet ho trovato una vecchia leggenda, una di quelle che nessuno vuol più sentire; è una storia di fine 800 e narra di un’anziana signora attaccata alla sua terra e che il culto della terra, anche se ormai in disuso, ancora praticava. La vecchietta, di nome Ghella, viveva a Bordighera in una piccola casina immersa nel verde. Tutto iniziò quando un ricco magnate svizzero di nome di Adolf Angst arrivò a Bordighera con il sogno di costruire il più grande ed importante albergo d’Europa e proprio a Ghella si rivolse per acquistare il terreno utile alla causa. Furono mesi e mesi di insistenze e di continue offerte, ma all’anziana signora nulla importava, ne il denaro ne il tempo che passava, lei dalla sua terra non voleva essere cacciata. Il tira e molla continuò fino a quando, una notte d’autunno, qualcuno diede fuoco alla casa e con essa bruciò anche Ghella della quale non fu mai ritrovato il corpo. Tra le fumanti macerie fu invece trovato, da Adolf stesso, un grande e antico specchio ancora incredibilmente intatto. Adolf lo prese e lo conservò, per poi esporlo in bella vista in quella che sarebbe diventata la hall dell’albergo. L’albergo fu costruito e gli venne dato il nome del suo proprietario, Angst, come abbiamo già detto. Con il passare del tempo la sua fama e la sua importanza crebbero a dismisura; ricevimenti, galà, cene e feste, personaggi importanti arrivavano da ogni parte d’Europa per soggiornare in quello che ormai era uno dei più importanti Hotels d’elite del continente. Ma la sua fama non era dovuta unicamente al servizio offerto e al lusso; anche le leggende che aleggiavano nell’aria erano ormai note a tutti e erano diventate il maggior motivo di attrazione. Pare infatti che la notte fosse accompagnata da strani rumori, porte che inspiegabilmente si aprivano per poi richiudersi violentemente e veloci passi che attraversavano i corridoi; e, ogni mattina, Adolf trovava ai piedi del suo letto sottili capelli color argento. Si sa, il genere umano è strano, motivo per cui soggiornare in un albergo infestato dai fantasmi era un qualche cosa di stimolante, fino a quando…. Fino a quando in una notte d’estate del 1887, durante una festa, tutti gli specchi si oscurarono, si spensero le candele, qualcuno sentì un’acida risata ed il grosso lampadario del gran salone cominciò a tremare; una tremenda scossa di terremoto devastò l’intera costruzione, tutti morirono tranne uno, Adolf Angst. Si dice che Angst riconobbe l’anziana Ghella che alle luci dell’alba si avvicinò all’antico specchio, ancora una volta intatto, fino a toccarlo per poi sparirci all’interno. Il magnate svizzero non si perse d’animo; in fretta e furia fece ristrutturare l’hotel con l’intenzione di farlo tornare ai perduti splendori, e ci riuscì. Angst, però, aveva un piano e non fece passare molto tempo che…. una notte si alzò dal letto e andò nella hall, dove aveva nuovamente fatto sistemare l’antico specchio. Lo coprì con un telo e poi tornò nella sua stanza. Quella notte gli spettrali rumori, che avevano ricominciato a sentirsi anche dopo la ristrutturazione dell’albergo, aumentarono violentemente; passi, urla, colpi sui muri e sulle porte durarono fino all’alba. Quando il primo raggio di sole illuminò la facciata della costruzione…. pochi secondi di silenzio e poi un unico, disumano, gelido urlo. Ghella non riuscì a rientrare nello specchio e fu così sconfitta, almeno in apparenza. La gioia e la soddisfazione di Angst durarono poco; da quel giorno fu l’inizio della fine per Adolf e il suo albergo. Il ricco svizzero si ammalò, una malattia lunga e sofferta che lo condusse alla morte nel 1924. Nel frattempo l’Angst fu trasformato in ospedale militare, nel 1917, e anche a guerra finita non ebbe più modo di riprendersi.
ANGST
Mentre curiosavo su Internet ho trovato una vecchia leggenda, una di quelle che nessuno vuol più sentire; è una storia di fine 800 e narra di un’anziana signora attaccata alla sua terra e che il culto della terra, anche se ormai in disuso, ancora praticava. La vecchietta, di nome Ghella, viveva a Bordighera in una piccola casina immersa nel verde. Tutto iniziò quando un ricco magnate svizzero di nome di Adolf Angst arrivò a Bordighera con il sogno di costruire il più grande ed importante albergo d’Europa e proprio a Ghella si rivolse per acquistare il terreno utile alla causa. Furono mesi e mesi di insistenze e di continue offerte, ma all’anziana signora nulla importava, ne il denaro ne il tempo che passava, lei dalla sua terra non voleva essere cacciata. Il tira e molla continuò fino a quando, una notte d’autunno, qualcuno diede fuoco alla casa e con essa bruciò anche Ghella della quale non fu mai ritrovato il corpo. Tra le fumanti macerie fu invece trovato, da Adolf stesso, un grande e antico specchio ancora incredibilmente intatto. Adolf lo prese e lo conservò, per poi esporlo in bella vista in quella che sarebbe diventata la hall dell’albergo. L’albergo fu costruito e gli venne dato il nome del suo proprietario, Angst, come abbiamo già detto. Con il passare del tempo la sua fama e la sua importanza crebbero a dismisura; ricevimenti, galà, cene e feste, personaggi importanti arrivavano da ogni parte d’Europa per soggiornare in quello che ormai era uno dei più importanti Hotels d’elite del continente. Ma la sua fama non era dovuta unicamente al servizio offerto e al lusso; anche le leggende che aleggiavano nell’aria erano ormai note a tutti e erano diventate il maggior motivo di attrazione. Pare infatti che la notte fosse accompagnata da strani rumori, porte che inspiegabilmente si aprivano per poi richiudersi violentemente e veloci passi che attraversavano i corridoi; e, ogni mattina, Adolf trovava ai piedi del suo letto sottili capelli color argento. Si sa, il genere umano è strano, motivo per cui soggiornare in un albergo infestato dai fantasmi era un qualche cosa di stimolante, fino a quando…. Fino a quando in una notte d’estate del 1887, durante una festa, tutti gli specchi si oscurarono, si spensero le candele, qualcuno sentì un’acida risata ed il grosso lampadario del gran salone cominciò a tremare; una tremenda scossa di terremoto devastò l’intera costruzione, tutti morirono tranne uno, Adolf Angst. Si dice che Angst riconobbe l’anziana Ghella che alle luci dell’alba si avvicinò all’antico specchio, ancora una volta intatto, fino a toccarlo per poi sparirci all’interno. Il magnate svizzero non si perse d’animo; in fretta e furia fece ristrutturare l’hotel con l’intenzione di farlo tornare ai perduti splendori, e ci riuscì. Angst, però, aveva un piano e non fece passare molto tempo che…. una notte si alzò dal letto e andò nella hall, dove aveva nuovamente fatto sistemare l’antico specchio. Lo coprì con un telo e poi tornò nella sua stanza. Quella notte gli spettrali rumori, che avevano ricominciato a sentirsi anche dopo la ristrutturazione dell’albergo, aumentarono violentemente; passi, urla, colpi sui muri e sulle porte durarono fino all’alba. Quando il primo raggio di sole illuminò la facciata della costruzione…. pochi secondi di silenzio e poi un unico, disumano, gelido urlo. Ghella non riuscì a rientrare nello specchio e fu così sconfitta, almeno in apparenza. La gioia e la soddisfazione di Angst durarono poco; da quel giorno fu l’inizio della fine per Adolf e il suo albergo. Il ricco svizzero si ammalò, una malattia lunga e sofferta che lo condusse alla morte nel 1924. Nel frattempo l’Angst fu trasformato in ospedale militare, nel 1917, e anche a guerra finita non ebbe più modo di riprendersi.