Catia ǝɟɟǝ
Ivy Leaf
Foglia d’edera
Mi sento come una foglia d’edera.
Sempre un po’ fuori posto, arrampicata dove nessuno guarda davvero.
Cresco in silenzio, non per essere notata, ma perché non so fare altrimenti.
Intorno, troppe voci vuote, troppe luci che abbagliano ma non scaldano.
Parole leggere, relazioni di carta velina.
E io, che sento troppo, penso troppo, amo troppo in un mondo che si muove veloce e in superficie.
Mi capita spesso di sentirmi diversa.
Non migliore, solo... altrove.
Come se stessi osservando da una finestra quello che gli altri chiamano "normalità",
senza riuscire mai davvero a entrarci.
La solitudine non è il silenzio, è stare in mezzo a tutto questo rumore e sentirsi invisibile.
È sapere che il cuore ha parole che pochi capiscono,
e che i tuoi sogni sembrano sempre troppo strani, troppo intensi, troppo veri per chi vive di maschere.
Ma poi mi ricordo: anche l’edera ha una forza segreta.
Non ha bisogno di applausi, né di fiori.
Ha radici tenaci.
Si fa strada nelle crepe, nei margini, nei luoghi dimenticati.
E lì, cresce.
Si aggrappa alla vita.
La trasforma.
E allora forse, essere diversa non è un difetto.
È un’altra strada.
Più lenta, più profonda.
Ma è la mia.
Ivy Leaf
I feel like an ivy leaf.
Always a little out of place, climbing where no one really looks.
I grow in silence, not to be seen, but because I don’t know how to do otherwise.
Around me, too many empty voices, too many lights that dazzle but don’t warm.
Light words, paper-thin relationships.
And I—who feel too much, think too much, love too deeply in a world that moves fast and floats on the surface.
I often feel different.
Not better—just… elsewhere.
As if I were watching from a window what others call “normal,”
never really managing to step inside.
Loneliness isn’t silence—
it’s standing in the middle of all this noise and still feeling invisible.
It’s knowing your heart speaks in words few can understand,
and that your dreams always seem too strange, too intense, too real
for those who live behind masks.
But then I remember: ivy holds a secret strength.
It doesn’t need applause, or flowers.
Its roots are stubborn.
It finds its way through cracks, along edges, in forgotten places.
And there—it grows.
It clings to life.
It transforms it.
So maybe, being different isn’t a flaw.
It’s another path.
Slower. Deeper.
But it’s mine.
Ivy Leaf
Foglia d’edera
Mi sento come una foglia d’edera.
Sempre un po’ fuori posto, arrampicata dove nessuno guarda davvero.
Cresco in silenzio, non per essere notata, ma perché non so fare altrimenti.
Intorno, troppe voci vuote, troppe luci che abbagliano ma non scaldano.
Parole leggere, relazioni di carta velina.
E io, che sento troppo, penso troppo, amo troppo in un mondo che si muove veloce e in superficie.
Mi capita spesso di sentirmi diversa.
Non migliore, solo... altrove.
Come se stessi osservando da una finestra quello che gli altri chiamano "normalità",
senza riuscire mai davvero a entrarci.
La solitudine non è il silenzio, è stare in mezzo a tutto questo rumore e sentirsi invisibile.
È sapere che il cuore ha parole che pochi capiscono,
e che i tuoi sogni sembrano sempre troppo strani, troppo intensi, troppo veri per chi vive di maschere.
Ma poi mi ricordo: anche l’edera ha una forza segreta.
Non ha bisogno di applausi, né di fiori.
Ha radici tenaci.
Si fa strada nelle crepe, nei margini, nei luoghi dimenticati.
E lì, cresce.
Si aggrappa alla vita.
La trasforma.
E allora forse, essere diversa non è un difetto.
È un’altra strada.
Più lenta, più profonda.
Ma è la mia.
Ivy Leaf
I feel like an ivy leaf.
Always a little out of place, climbing where no one really looks.
I grow in silence, not to be seen, but because I don’t know how to do otherwise.
Around me, too many empty voices, too many lights that dazzle but don’t warm.
Light words, paper-thin relationships.
And I—who feel too much, think too much, love too deeply in a world that moves fast and floats on the surface.
I often feel different.
Not better—just… elsewhere.
As if I were watching from a window what others call “normal,”
never really managing to step inside.
Loneliness isn’t silence—
it’s standing in the middle of all this noise and still feeling invisible.
It’s knowing your heart speaks in words few can understand,
and that your dreams always seem too strange, too intense, too real
for those who live behind masks.
But then I remember: ivy holds a secret strength.
It doesn’t need applause, or flowers.
Its roots are stubborn.
It finds its way through cracks, along edges, in forgotten places.
And there—it grows.
It clings to life.
It transforms it.
So maybe, being different isn’t a flaw.
It’s another path.
Slower. Deeper.
But it’s mine.