Catia ǝɟɟǝ
Distorted Visions ( Visioni deformate)
Forse dovremmo cominciare a chiamare le cose con il loro nome.
Ogni volta che vediamo alberi abbattuti, boschi distrutti, habitat naturali cancellati, dovremmo riconoscere che si tratta di una privazione.
Non solo per gli animali, che perdono i loro ambienti, le loro “città”, ma anche per noi.
Ogni volta che il verde viene sostituito dal grigio, perdiamo qualcosa di fondamentale:
– perdiamo fresco,
– perdiamo ossigeno,
– perdiamo biodiversità,
– perdiamo equilibrio ecologico,
– perdiamo salute.
E quello che otteniamo in cambio non è progresso, ma degenerazione.
Aumentano la frenesia, il rumore, l’inquinamento, la solitudine, il caos.
Aumentano la paura, l’ingiustizia, i problemi psicologici e fisici.
E tutto questo lo stiamo normalizzando, come se fosse inevitabile.
È ora di cambiare punto di vista:
smettere di vedere il cemento come un segno di crescita
e iniziare a capire che ogni metro quadrato di natura perso
è un passo verso la malattia, non verso il benessere.
La verità è semplice: la vita esiste perché questo pianeta è verde e blu.
Se fosse stato un pianeta grigio “cemento”, noi non saremmo mai esistiti.
L’equilibrio e l’armonia tra le cose non sono un lusso: sono la condizione stessa della vita.
Maybe it's time we start calling things by their real name.
Every time we see trees felled, forests destroyed, natural habitats wiped out, we should recognize it for what it is: a deprivation.
Not just for the animals, who lose their environments — their “cities” — but for us as well.
Every time green is replaced by gray, we lose something essential:
– we lose coolness,
– we lose oxygen,
– we lose biodiversity,
– we lose ecological balance,
– we lose health.
And what we get in return is not progress, but degeneration.
Frenzy, noise, pollution, loneliness, and chaos increase.
Fear, injustice, psychological and physical illnesses grow.
And we’re normalizing all of this — as if it were inevitable.
It’s time to shift our perspective:
to stop seeing concrete as a symbol of growth,
and to start understanding that every square meter of lost nature
is a step toward illness, not well-being.
The truth is simple: life exists because this planet is green and blue.
If it had been a grey “concrete planet,” we would never have existed.
Balance and harmony among things aren’t a luxury —
they are the very foundation of life.
Distorted Visions ( Visioni deformate)
Forse dovremmo cominciare a chiamare le cose con il loro nome.
Ogni volta che vediamo alberi abbattuti, boschi distrutti, habitat naturali cancellati, dovremmo riconoscere che si tratta di una privazione.
Non solo per gli animali, che perdono i loro ambienti, le loro “città”, ma anche per noi.
Ogni volta che il verde viene sostituito dal grigio, perdiamo qualcosa di fondamentale:
– perdiamo fresco,
– perdiamo ossigeno,
– perdiamo biodiversità,
– perdiamo equilibrio ecologico,
– perdiamo salute.
E quello che otteniamo in cambio non è progresso, ma degenerazione.
Aumentano la frenesia, il rumore, l’inquinamento, la solitudine, il caos.
Aumentano la paura, l’ingiustizia, i problemi psicologici e fisici.
E tutto questo lo stiamo normalizzando, come se fosse inevitabile.
È ora di cambiare punto di vista:
smettere di vedere il cemento come un segno di crescita
e iniziare a capire che ogni metro quadrato di natura perso
è un passo verso la malattia, non verso il benessere.
La verità è semplice: la vita esiste perché questo pianeta è verde e blu.
Se fosse stato un pianeta grigio “cemento”, noi non saremmo mai esistiti.
L’equilibrio e l’armonia tra le cose non sono un lusso: sono la condizione stessa della vita.
Maybe it's time we start calling things by their real name.
Every time we see trees felled, forests destroyed, natural habitats wiped out, we should recognize it for what it is: a deprivation.
Not just for the animals, who lose their environments — their “cities” — but for us as well.
Every time green is replaced by gray, we lose something essential:
– we lose coolness,
– we lose oxygen,
– we lose biodiversity,
– we lose ecological balance,
– we lose health.
And what we get in return is not progress, but degeneration.
Frenzy, noise, pollution, loneliness, and chaos increase.
Fear, injustice, psychological and physical illnesses grow.
And we’re normalizing all of this — as if it were inevitable.
It’s time to shift our perspective:
to stop seeing concrete as a symbol of growth,
and to start understanding that every square meter of lost nature
is a step toward illness, not well-being.
The truth is simple: life exists because this planet is green and blue.
If it had been a grey “concrete planet,” we would never have existed.
Balance and harmony among things aren’t a luxury —
they are the very foundation of life.