GiacomoDiego
Napoli - Basilica e monastero di Santa Chiara
ENG - It is the largest Gothic-Angevin basilica in the city, characterized by a monastery that includes four monumental cloisters, archaeological excavations in the surrounding area and several other rooms in which the homonymous Opera Museum is housed, which in turn includes in the visit also the choir of the nuns, with the remains of Giotto's frescoes, a large refectory, the sacristy and other basilical rooms.
During the Second World War, an Allied bombing on August 4, 1943 caused a fire that lasted almost two days, which completely destroyed the interior of the church and caused the loss of all the frescoes painted in the eighteenth century and most of the Giottesque ones executed during its construction. of the building, of which only a few fragments have been saved. The restoration work focuses on the architecture that has remained intact from the bombings, restoring the basilica to its original fourteenth-century appearance and thus omitting the preserved medieval eighteenth-century additions.
ITA - Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell'area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l'omonimo Museo dell'Opera, che a sua volta comprende nella visita anche il coro delle monache, con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.
Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento degli alleati del 4 agosto 1943 provocò un incendio durato quasi due giorni che distrusse integralmente gli interni della chiesa e causò la perdita di tutti gli affreschi eseguiti nel XVIII secolo e gran parte di quelli giotteschi eseguiti durante l'edificazione dell'edificio, di cui si sono salvati solo pochi frammenti. I lavori di restauro si concentrarono sull'architettura medievale rimasta intatta dai bombardamenti, riportando la basilica all'aspetto originario trecentesco e omettendo in questo modo il ripristino delle aggiunte settecentesche.
Napoli - Basilica e monastero di Santa Chiara
ENG - It is the largest Gothic-Angevin basilica in the city, characterized by a monastery that includes four monumental cloisters, archaeological excavations in the surrounding area and several other rooms in which the homonymous Opera Museum is housed, which in turn includes in the visit also the choir of the nuns, with the remains of Giotto's frescoes, a large refectory, the sacristy and other basilical rooms.
During the Second World War, an Allied bombing on August 4, 1943 caused a fire that lasted almost two days, which completely destroyed the interior of the church and caused the loss of all the frescoes painted in the eighteenth century and most of the Giottesque ones executed during its construction. of the building, of which only a few fragments have been saved. The restoration work focuses on the architecture that has remained intact from the bombings, restoring the basilica to its original fourteenth-century appearance and thus omitting the preserved medieval eighteenth-century additions.
ITA - Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell'area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l'omonimo Museo dell'Opera, che a sua volta comprende nella visita anche il coro delle monache, con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.
Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento degli alleati del 4 agosto 1943 provocò un incendio durato quasi due giorni che distrusse integralmente gli interni della chiesa e causò la perdita di tutti gli affreschi eseguiti nel XVIII secolo e gran parte di quelli giotteschi eseguiti durante l'edificazione dell'edificio, di cui si sono salvati solo pochi frammenti. I lavori di restauro si concentrarono sull'architettura medievale rimasta intatta dai bombardamenti, riportando la basilica all'aspetto originario trecentesco e omettendo in questo modo il ripristino delle aggiunte settecentesche.