cischia
DSCN1106 Il vallone dei mulini
Il vallone dei mulini
Nel centro storico di Sorrento, alle spalle di Piazza Tasso, c'è la possibilità di ammirare dall'alto - in una suggestiva prospettiva - uno spettacolo naturale straordinario: il Vallone dei Mulini. Il Vallone circonda, sul lato sud-est, il blocco tufaceo dell'attuale centro storico di Sorrento; osservandolo dall'alto è visibile una caratteristica ferita della roccia, che incide in profondità la piattaforma tufacea in senso trasversale. Questa incisiva ferita è stata originata dalla più vasta eruzione che sconvolse il Mediterraneo circa 35.000 anni fa.
La potente eruzione colmò di detriti l'intera conca calcarea tra Punta Scutolo e Capo di Sorrento; le acque che attraversavano le valli - trovandole ostruite dai materiali vulcanici - cercarono una nuova strada verso il mare incidendo, progressivamente, il banco tufaceo. I valloni divennero luoghi privilegiati degli insediamenti umani. La grotta preistorica della Conca (Grotta Nicolucci), sulla risalita del Vallone di Marina Grande, e l'insediamento del Gaudo a Piano di Sorrento restano due tangibili tracce di tale fenomeno.
Il Vallone dei Mulini è intagliato da due corsi d'acqua: Casarlano-Cesarano e S. Antonino. La scarsità d'acqua ha contribuito a formare gole strettissime, solo nel punto di incontro dei due corsi d'acqua la gola si allarga e forma una vasta area ai piedi della villa "La Rupe".
Il nome Vallone dei Mulini, deriva proprio dall'esistenza di un mulino - in funzione fino agli inizi del '900 - usato per la macinazione del grano. Annesso al mulino era sorta una segheria che forniva segati pregiati agli ebanisti sorrentini. Il tutto era completato da un lavatoio pubblico usato dalle donne del popolo.
La creazione di Piazza Tasso - a partire dal 1866 - determinò l'isolamento dell'area dei mulini dal mare, provocando un brusco innalzamento del tasso di umidità, che rese invivibile l'area e ne determinò il progressivo abbandono.
Il nuovo microclima favorì lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione spontanea il cui elemento dominante è la Phillitis Vulgaris, uno splendido e raro esemplare appartenente alla famiglia delle felci.
Oggi è possibile accedere alla parte residua del Vallone attraverso antiche rampe intagliate nel tufo con ingresso da una botola presso il parcheggio Stragazzi.
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La struttura dei valloni
Il Vallone dei Mulini fa parte di un sistema di cinque valloni che solcavano una volta la penisola sorrentina delimitando i territori dei paesi che la compongono. Oggi solo alcuni di essi si possono ancora scorgere ed in parte visitare.Del Vallone di S. Agnello è rimasta la parte a valle, che termina in una spiaggetta sul mare, attualmente in possesso delle Suore Salesiane, che vivono presso l'antica Villa Crawford, dove le navi un tempo vi trovavano sicuro riparo dalle tempeste marine .Infatti, sulla facciata anteriore si legge ancora: "In tempestate securitas". Il Vallone che separa Meta da Piano si avvia alla stessa fine nella zona centrale, in quanto, solo la parte a monte, chiamata Vallone della Tomba (per la presenza di una lapide che indica il luogo dove furono sepolte le vittime della peste dell'800), si conserva nel suo aspetto naturale. Invece la parte a valle, che termina sul mare con una spiaggetta, ha subito e subisce ancora profonde e continue trasformazioni ad opera dell'uomo.
Il vallone a Sorrento
Di tutti i valloni, quello conservato meglio è il Vallone dei Mulini a Sorrento, che è la parte centrale di un sistema di tre valloni, integri solo in epoca romana. Quando Piazza Tasso non era stata ancora costruita, il primo vallone cominciava dal Vallone dei Mulini e si estendeva fino alla zona Marina Piccola, formando così un suggestivo porto.Il secondo vallone, detto "Prossimo", partiva dal Vallone dei Mulini e giungeva fino all'Ospedale Civile, Porta Parsano, per proseguire fino a Marina Grande con una stretta gola. Oggi, questo secondo vallone, è in parte colmato fino alla Porta degli Anastasi; infatti è sottostante la parte finale di Via degli Aranci.Il terzo vallone saliva dalla Villa "La Rupe" verso le colline, passava per l'ex macello, tra aranceti e limoneti, per poi biforcarsi all'altazza della contrada "Tigliana" e perdersi, sotto forma di ruscelli,verso la contrada
mulino 1819.jpg (17520 byte)
Storia del Vallone dei Mulini
Nel lontano '500 i valloni di Sorrento appartenevano alla famiglia Tasso. Più tardi, durante il XVI secolo, essi furono venduti, con i mulini e gli orti contigui, alla famiglia Correale. All'inizio del secolo XVII, infatti, Onofrio Correale, sulla parte terminale del Vallone dei Mulini, fece costruire il porto di Marina piccola, un tempo chiamato Capo Cervo e poi mutato in Capo di Cerere, per la presenza di un tempio romano dedicato a Cerere, che fu distrutto allorchè il vallone franò nel 1580 e poi nel 1604.Il Vallone dei Mulini deve il suo nome ad un mulino nel suo fondo di cui attualmente sono appena visibili i ruderi mal conservati perché ricoperti dalla vegetazione non solo erbacea ma anche arborea.
Sulle vicende di questo mulino non è stato possibile sapere molto; è certo, però, che è stato in funzione fino ai primi anni di questo secolo e che vi macinavano tutti i tipi di grano necessari alla popolazione sorrentina. Al mulino era ammessa anche una segheria alimentata dalle acque correnti, provenienti dalle colline, e dalle acque sorgive. Sono, infatti, ancora visibili una serie di grotte nelle quali erano stati scavati dei pozzi, che fornivano l'acqua ai sorrentini. Anzi, pare che dalle pareti di queste grotte fosse estratto anche il tufo con cui sono state costruite molte case prima dell'avvento del cemento armato.La segheria forniva segati di qualsiasi spessore e di qualunque legno, come ciliegio, ulivo e noce, agli ebanisti sorrentini che, con la produzione di manufatti artigianali ricchi di un significato artistico di grande bellezza, hanno creato un'attività che ancora oggi li fa conoscere in tutto il mondo. Accanto al mulino ed alla segheria era annesso anche un lavatoio pubblico, dove si recavano le donne del popolo per lavare i panni. Tutto questo è desumibile solo dalle fotografie e dalle stampe, fatte con varie tecniche, perché di registrato dalle cronache del tempo non si è trovato nulla.
www.penisola.it/sorrento/vallone-mulini.php
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In the historical centre of Sorrento, behind Tasso Square, it is possible to admire from above - in a suggestive perspective - a natural extraordinary spectacle: The Valley of the Mills.The Valley encircles on the southeast side, the tuffaceous block of the present historical centre of Sorrento; observing it from above a characteristic rift of the rock is visible, that carves profound and transversely the platform. This incisive rift has originated from the vastest eruption which shook the Mediterranean about 35,000 years ago.
The potent eruption filled the entire calcareous valley with debris between Punta Scutolo and the Capo of Sorrento; the waters which passed through the valleys - finding them clogged up with volcanic materials - searched for a new path towards the sea cutting progressively through the volcanic tuffaceous bank.The valleys became privileged places of the human's settlement. The pre-historic cave of the Conca (Nicolucci Cave), on the uphill of the Valley of Marina Grande and the settlement of Gaudo in Piano of Sorrento, remain two tangible traces of this phenomenon.The Valley of the Mills is incised by two streams of water: Casarlano-Cesarano and Saint Antonino. The lack of water has contributed to form very narrow gorges, only at the point where the two streams of water meet the gorge widens and forms a vast area at the foot of "La Rupe" Villa.
The name "Valley of the Mills", derives from the existence of a mill - functioning since the beginning of the '900's - used for grinding wheat. Attached to the mill, rose a sawmill which furnished chaff to the Sorrentine cabinet makers. Everything is completed by a public wash-house used by the women of the community.The creation of Tasso Square, since 1866, determined the isolation of the mill area from the sea, provoking a sharp rise of the percentage of humidity, which made the area unbearable and determined its progressive abandon.The new microclimate favoured the development of a thriving and spontaneous vegetation in which the dominant element is the Phillitis Vulgaris, a splendid and rare model belonging to the fern family.
Today it is possible to have access to the remaining part of the Deep Valley crossing antique ramps engraved into the tuff with entrance from a trapdoor near the Stragazzi parking.
Sorrentoinfo.com suggestion: Equip yourself with binoculars and camera to observe from above the remains of the mill and the splendid savage vegetation. The best position is Fuorimura Street, behind Tasso Square.
DSCN1106 Il vallone dei mulini
Il vallone dei mulini
Nel centro storico di Sorrento, alle spalle di Piazza Tasso, c'è la possibilità di ammirare dall'alto - in una suggestiva prospettiva - uno spettacolo naturale straordinario: il Vallone dei Mulini. Il Vallone circonda, sul lato sud-est, il blocco tufaceo dell'attuale centro storico di Sorrento; osservandolo dall'alto è visibile una caratteristica ferita della roccia, che incide in profondità la piattaforma tufacea in senso trasversale. Questa incisiva ferita è stata originata dalla più vasta eruzione che sconvolse il Mediterraneo circa 35.000 anni fa.
La potente eruzione colmò di detriti l'intera conca calcarea tra Punta Scutolo e Capo di Sorrento; le acque che attraversavano le valli - trovandole ostruite dai materiali vulcanici - cercarono una nuova strada verso il mare incidendo, progressivamente, il banco tufaceo. I valloni divennero luoghi privilegiati degli insediamenti umani. La grotta preistorica della Conca (Grotta Nicolucci), sulla risalita del Vallone di Marina Grande, e l'insediamento del Gaudo a Piano di Sorrento restano due tangibili tracce di tale fenomeno.
Il Vallone dei Mulini è intagliato da due corsi d'acqua: Casarlano-Cesarano e S. Antonino. La scarsità d'acqua ha contribuito a formare gole strettissime, solo nel punto di incontro dei due corsi d'acqua la gola si allarga e forma una vasta area ai piedi della villa "La Rupe".
Il nome Vallone dei Mulini, deriva proprio dall'esistenza di un mulino - in funzione fino agli inizi del '900 - usato per la macinazione del grano. Annesso al mulino era sorta una segheria che forniva segati pregiati agli ebanisti sorrentini. Il tutto era completato da un lavatoio pubblico usato dalle donne del popolo.
La creazione di Piazza Tasso - a partire dal 1866 - determinò l'isolamento dell'area dei mulini dal mare, provocando un brusco innalzamento del tasso di umidità, che rese invivibile l'area e ne determinò il progressivo abbandono.
Il nuovo microclima favorì lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione spontanea il cui elemento dominante è la Phillitis Vulgaris, uno splendido e raro esemplare appartenente alla famiglia delle felci.
Oggi è possibile accedere alla parte residua del Vallone attraverso antiche rampe intagliate nel tufo con ingresso da una botola presso il parcheggio Stragazzi.
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La struttura dei valloni
Il Vallone dei Mulini fa parte di un sistema di cinque valloni che solcavano una volta la penisola sorrentina delimitando i territori dei paesi che la compongono. Oggi solo alcuni di essi si possono ancora scorgere ed in parte visitare.Del Vallone di S. Agnello è rimasta la parte a valle, che termina in una spiaggetta sul mare, attualmente in possesso delle Suore Salesiane, che vivono presso l'antica Villa Crawford, dove le navi un tempo vi trovavano sicuro riparo dalle tempeste marine .Infatti, sulla facciata anteriore si legge ancora: "In tempestate securitas". Il Vallone che separa Meta da Piano si avvia alla stessa fine nella zona centrale, in quanto, solo la parte a monte, chiamata Vallone della Tomba (per la presenza di una lapide che indica il luogo dove furono sepolte le vittime della peste dell'800), si conserva nel suo aspetto naturale. Invece la parte a valle, che termina sul mare con una spiaggetta, ha subito e subisce ancora profonde e continue trasformazioni ad opera dell'uomo.
Il vallone a Sorrento
Di tutti i valloni, quello conservato meglio è il Vallone dei Mulini a Sorrento, che è la parte centrale di un sistema di tre valloni, integri solo in epoca romana. Quando Piazza Tasso non era stata ancora costruita, il primo vallone cominciava dal Vallone dei Mulini e si estendeva fino alla zona Marina Piccola, formando così un suggestivo porto.Il secondo vallone, detto "Prossimo", partiva dal Vallone dei Mulini e giungeva fino all'Ospedale Civile, Porta Parsano, per proseguire fino a Marina Grande con una stretta gola. Oggi, questo secondo vallone, è in parte colmato fino alla Porta degli Anastasi; infatti è sottostante la parte finale di Via degli Aranci.Il terzo vallone saliva dalla Villa "La Rupe" verso le colline, passava per l'ex macello, tra aranceti e limoneti, per poi biforcarsi all'altazza della contrada "Tigliana" e perdersi, sotto forma di ruscelli,verso la contrada
mulino 1819.jpg (17520 byte)
Storia del Vallone dei Mulini
Nel lontano '500 i valloni di Sorrento appartenevano alla famiglia Tasso. Più tardi, durante il XVI secolo, essi furono venduti, con i mulini e gli orti contigui, alla famiglia Correale. All'inizio del secolo XVII, infatti, Onofrio Correale, sulla parte terminale del Vallone dei Mulini, fece costruire il porto di Marina piccola, un tempo chiamato Capo Cervo e poi mutato in Capo di Cerere, per la presenza di un tempio romano dedicato a Cerere, che fu distrutto allorchè il vallone franò nel 1580 e poi nel 1604.Il Vallone dei Mulini deve il suo nome ad un mulino nel suo fondo di cui attualmente sono appena visibili i ruderi mal conservati perché ricoperti dalla vegetazione non solo erbacea ma anche arborea.
Sulle vicende di questo mulino non è stato possibile sapere molto; è certo, però, che è stato in funzione fino ai primi anni di questo secolo e che vi macinavano tutti i tipi di grano necessari alla popolazione sorrentina. Al mulino era ammessa anche una segheria alimentata dalle acque correnti, provenienti dalle colline, e dalle acque sorgive. Sono, infatti, ancora visibili una serie di grotte nelle quali erano stati scavati dei pozzi, che fornivano l'acqua ai sorrentini. Anzi, pare che dalle pareti di queste grotte fosse estratto anche il tufo con cui sono state costruite molte case prima dell'avvento del cemento armato.La segheria forniva segati di qualsiasi spessore e di qualunque legno, come ciliegio, ulivo e noce, agli ebanisti sorrentini che, con la produzione di manufatti artigianali ricchi di un significato artistico di grande bellezza, hanno creato un'attività che ancora oggi li fa conoscere in tutto il mondo. Accanto al mulino ed alla segheria era annesso anche un lavatoio pubblico, dove si recavano le donne del popolo per lavare i panni. Tutto questo è desumibile solo dalle fotografie e dalle stampe, fatte con varie tecniche, perché di registrato dalle cronache del tempo non si è trovato nulla.
www.penisola.it/sorrento/vallone-mulini.php
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In the historical centre of Sorrento, behind Tasso Square, it is possible to admire from above - in a suggestive perspective - a natural extraordinary spectacle: The Valley of the Mills.The Valley encircles on the southeast side, the tuffaceous block of the present historical centre of Sorrento; observing it from above a characteristic rift of the rock is visible, that carves profound and transversely the platform. This incisive rift has originated from the vastest eruption which shook the Mediterranean about 35,000 years ago.
The potent eruption filled the entire calcareous valley with debris between Punta Scutolo and the Capo of Sorrento; the waters which passed through the valleys - finding them clogged up with volcanic materials - searched for a new path towards the sea cutting progressively through the volcanic tuffaceous bank.The valleys became privileged places of the human's settlement. The pre-historic cave of the Conca (Nicolucci Cave), on the uphill of the Valley of Marina Grande and the settlement of Gaudo in Piano of Sorrento, remain two tangible traces of this phenomenon.The Valley of the Mills is incised by two streams of water: Casarlano-Cesarano and Saint Antonino. The lack of water has contributed to form very narrow gorges, only at the point where the two streams of water meet the gorge widens and forms a vast area at the foot of "La Rupe" Villa.
The name "Valley of the Mills", derives from the existence of a mill - functioning since the beginning of the '900's - used for grinding wheat. Attached to the mill, rose a sawmill which furnished chaff to the Sorrentine cabinet makers. Everything is completed by a public wash-house used by the women of the community.The creation of Tasso Square, since 1866, determined the isolation of the mill area from the sea, provoking a sharp rise of the percentage of humidity, which made the area unbearable and determined its progressive abandon.The new microclimate favoured the development of a thriving and spontaneous vegetation in which the dominant element is the Phillitis Vulgaris, a splendid and rare model belonging to the fern family.
Today it is possible to have access to the remaining part of the Deep Valley crossing antique ramps engraved into the tuff with entrance from a trapdoor near the Stragazzi parking.
Sorrentoinfo.com suggestion: Equip yourself with binoculars and camera to observe from above the remains of the mill and the splendid savage vegetation. The best position is Fuorimura Street, behind Tasso Square.