GEDENKSTATTE BERLIN - IL CARCERE DELLA STASI

by ALTO CONTRASTO

Nell’odierno distretto di Lichtenberg sorge il Memoriale di Hohenschönhausen, prima cucina di un ufficio nazista, durante la guerra campo raccolta e smistamento prigionieri e infine carcere della Stasi.
Il comprensorio, un tempo cucina dell’Istituto per l’Assistenza Pubblica Popolare del Partito Nazionalsocialista, alla fine della Seconda Guerra Mondiale è stato tramutato in campo di raccolta e smistamento prigionieri e dal 1951 è divenuto centro interrogatori e di detenzione della polizia sovietica, fino alla sua chiusura nel 1990. L’esistenza e la funzione di questa struttura erano sconosciute alla popolazione, dall’esterno si vedevano solo portoni di ferro, torri di sorveglianza e guardie armate. Sulla mappa del territorio era indicata solo una superficie vuota. Subito dopo la fine della guerra furono incarcerati a Hohenschönhausen principalmente ex affiliati e simpatizzanti del partito Nazionalsocialista, mentre con la costituzione della DDR vi vennero condotti gli oppositori o traditori del regime, o presunti tali.

Il Memoriale:
Questo sito di interesse storico è diventato memoriale nel 1994 e dal 2000 è una fondazione indipendente. Attraverso alcuni lavori di ristrutturazione si è resa possibile l’apertura al pubblico, contando al momento oltre 200.000 ingressi annui. Un tour di Hohenschönhausen non lascia indifferenti, specialmente se si ha come guida un ex prigioniero (come molto spesso accade), che racconta la propria testimonianza in prima persona. Gli uomini e le donne identificati come sospetti venivano prelevati e trasportati nel centro interrogatori su una camionetta (ancora oggi visionabile) dalla quale non potevano vedere all’esterno, senza sapere il motivo del la propria cattura, né dove sarebbero stati condotti. Una volta giunte nella struttura, le persone in arresto subivano perquisizioni corporali e venivano rinchiuse separatamente, affinché non potessero comunicare tra loro. Per cercare di estorcere informazioni, la Stasi non esitava a infliggere torture di natura sia fisica sia psicologica, quali la privazione del sonno, l’obbligo a rimanere in piedi per ore, o la permanenza in celle riempite di acqua molto fredda.
Tra tutti gli ambienti che è possibile visitare ad Hohenschönhausen, di particolare impatto è la cosidetta U-Boot (il Sottomarino), ovvero le cantine della vecchia mensa riconvertite (con il lavoro forzato dei prigionieri detenuti nel primissimo dopoguerra) in prigione claustrofobica. Non vi erano finestre, ma solo neon accesi giorno e notte, le celle erano molto piccole, dotate solo di una panca in legno e un bidone per le necessità corporee. Alcune avevano i muri foderati in gomma (in modo che i carcerati non potessero tentare il suicidio).

Fonte Berlin Magazine

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