Uno dei portoni del Ricetto Medievale di Candelo (Biella). Piemonte, Italia.
Il Ricetto di Candelo è una struttura fortificata sorta per iniziativa e volontà precisa della popolazione candelese allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità: gli edifici non sono stati abitati in pianta stabile ma è stato utilizzato come deposito per i prodotti agricoli in tempo di pace e come rifugio temporaneo per la popolazione in tempo di guerra o pericolo.
Il termine Ricetto deriva infatti dal latino “receptum” (ricovero, rifugio) e il ricetto di Candelo si è conservato proprio perché ha mantenuto nel tempo questa sua matrice rurale di custode della comunità contadina.
Nel 988 è la prima volta che compare il nome di Candelo in un documento ufficiale; Canderium viene confermata possesso feudale di Manfredo da Ottone III; l'anno seguente Ottone III infeuda Candelo alla Chiesa vercellese.
Verso la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo gli abitanti di Candelo costruiscono il Ricetto su un terreno di signori locali, per il quale all'inizio pagano un censo annuo e che poi riscattano; al 1360 si contano nel Borgo 157 casupole (oggi sono circa 200).
Dal 1374 al 1517 il paese passa sotto il controllo di varie famiglie tra cui i Savoia, i Fontana, ed infine i Ferrero - Fieschi, all'epoca conti di Masserano.
Tra il 1554 ed il 1632 Candelo è coinvolto in una serie di spiacevoli eventi tra cui le lotte tra Francesi e Spagnoli (causando al Ricetto gravi danni e venendo successivamente riparati) e la decimazione della popolazione a causa della peste; l'elevazione del feudo a contea rimane uno dei pochi lati positivi di questo periodo.
Dal 1644 al '49 nuove occupazioni spagnole provocano incendi e distruzioni.
1785: Carlo Sebastiano Ferrero Fieschi è l'ultimo feudatario di Candelo; con l'occupazione napoleonica si modifica la struttura politico-amministrativa del borgo.
1819: inizia la costruzione dell'attuale Palazzo comunale sulle antiche mura del Ricetto; sempre nello stesso anno viene realizzata piazza Castello.
Uno dei portoni del Ricetto Medievale di Candelo (Biella). Piemonte, Italia.
Il Ricetto di Candelo è una struttura fortificata sorta per iniziativa e volontà precisa della popolazione candelese allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità: gli edifici non sono stati abitati in pianta stabile ma è stato utilizzato come deposito per i prodotti agricoli in tempo di pace e come rifugio temporaneo per la popolazione in tempo di guerra o pericolo.
Il termine Ricetto deriva infatti dal latino “receptum” (ricovero, rifugio) e il ricetto di Candelo si è conservato proprio perché ha mantenuto nel tempo questa sua matrice rurale di custode della comunità contadina.
Nel 988 è la prima volta che compare il nome di Candelo in un documento ufficiale; Canderium viene confermata possesso feudale di Manfredo da Ottone III; l'anno seguente Ottone III infeuda Candelo alla Chiesa vercellese.
Verso la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo gli abitanti di Candelo costruiscono il Ricetto su un terreno di signori locali, per il quale all'inizio pagano un censo annuo e che poi riscattano; al 1360 si contano nel Borgo 157 casupole (oggi sono circa 200).
Dal 1374 al 1517 il paese passa sotto il controllo di varie famiglie tra cui i Savoia, i Fontana, ed infine i Ferrero - Fieschi, all'epoca conti di Masserano.
Tra il 1554 ed il 1632 Candelo è coinvolto in una serie di spiacevoli eventi tra cui le lotte tra Francesi e Spagnoli (causando al Ricetto gravi danni e venendo successivamente riparati) e la decimazione della popolazione a causa della peste; l'elevazione del feudo a contea rimane uno dei pochi lati positivi di questo periodo.
Dal 1644 al '49 nuove occupazioni spagnole provocano incendi e distruzioni.
1785: Carlo Sebastiano Ferrero Fieschi è l'ultimo feudatario di Candelo; con l'occupazione napoleonica si modifica la struttura politico-amministrativa del borgo.
1819: inizia la costruzione dell'attuale Palazzo comunale sulle antiche mura del Ricetto; sempre nello stesso anno viene realizzata piazza Castello.