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brucia ancora / una grana di zucchero nel guscio / delle tue palpebre / il lampo che candisce / alberi e muro e li sorprende in quella / eternità d’istante EM
Ma poi l’Ora pulsante si sfilaccerà nella moltitudine di code e la tenebra sua
errabonda avrà fiaccato le squille dell’oro. Le mareggiate che divorano le eburnee
scogliere e rivolvono spumanti i salmastri nidi dei pescatori e poi, morte, ansimano
talvolta un cantare dolce, una parlotta di cicale nel quieto meriggio. E il grumo dei
sogno ribatte ancora le scorze fortificate dal tempo.
Che possa non morire il mareggiare del cuore mio!
A M
M
brucia ancora / una grana di zucchero nel guscio / delle tue palpebre / il lampo che candisce / alberi e muro e li sorprende in quella / eternità d’istante EM
Ma poi l’Ora pulsante si sfilaccerà nella moltitudine di code e la tenebra sua
errabonda avrà fiaccato le squille dell’oro. Le mareggiate che divorano le eburnee
scogliere e rivolvono spumanti i salmastri nidi dei pescatori e poi, morte, ansimano
talvolta un cantare dolce, una parlotta di cicale nel quieto meriggio. E il grumo dei
sogno ribatte ancora le scorze fortificate dal tempo.
Che possa non morire il mareggiare del cuore mio!
A M
M