Marco MCMLXXVI
The blood of Alpe Meccia
Macugnaga. Italy.
Alpe Meccia.
October, 22th, 1944. Teodoro Picchetti, 27 years old, Mario Lana, 24, Mario Bassi, 30, Anselmo Scomazzon, 22, Benito Andreoli, 18, Angelo Falsone, 24, Luigi Magnaghi, Bruno Magnaghi with his pregnant wife Giuseppina, all partisans of the Garibaldi brigade, are killed in this place, a small settlement facing the huge East flank of Monte Rosa, by a Nazist commando. Another young woman, whose name is not remembered, is captured, raped and beaten by the Germans, and then let free just to tell her family and friends about the ‘power’ of the Third Reich.
After the killing, the bodies of the young partisans are transported like dead goats, tied to a pole, to a common grave, by the people of the village of Macugnaga, under the menace of the heavy weapons.
The big mountain surely watched over the entire horror, maybe through the thick clouds that often hide her shining icefields from the human eyes, maybe shining in the sunshine, as in this photo; silent, impassible, as the God that the young brave fighters were probably praying.
History loves to repeat herself…
22 ottobre 1944. Teodoro Picchetti, 27 anni, Mario Lana, 24, Mario Bassi, 30, Anselmo Scomazzon, 22, Benito Andreoli, 18, Angelo Falsone, 24, Luigi Magnaghi, Bruno Magnaghi con la moglie incinta Giuseppina, tutti partigiani della brigata Garibaldi, vengono uccisi in questo luogo, piccolo insediamento prospiciente l'immenso fianco orientale del Monte Rosa, da un commando nazista. Un'altra giovane donna, di cui non si ricorda il nome, viene catturata, violentata e picchiata dai tedeschi, e poi lasciata libera solo per raccontare alla sua famiglia e ai suoi amici il "potere" dei nazisti.
Dopo l'uccisione, i corpi dei giovani partigiani vengono trasportati come capre morte, legati ad un palo, in una fossa comune, dalla gente del villaggio di Macugnaga, sotto la minaccia delle armi pesanti.
La grande montagna ha sicuramente vegliato sull'intero orrore, forse attraverso le dense nubi che spesso nascondono i suoi scintillanti campi di ghiaccio agli occhi umani, forse brillando al sole, come in questa foto; silenziosa, impassibile, come il Dio che probabilmente pregavano i giovani e coraggiosi combattenti.
La storia ama ripetersi...
The blood of Alpe Meccia
Macugnaga. Italy.
Alpe Meccia.
October, 22th, 1944. Teodoro Picchetti, 27 years old, Mario Lana, 24, Mario Bassi, 30, Anselmo Scomazzon, 22, Benito Andreoli, 18, Angelo Falsone, 24, Luigi Magnaghi, Bruno Magnaghi with his pregnant wife Giuseppina, all partisans of the Garibaldi brigade, are killed in this place, a small settlement facing the huge East flank of Monte Rosa, by a Nazist commando. Another young woman, whose name is not remembered, is captured, raped and beaten by the Germans, and then let free just to tell her family and friends about the ‘power’ of the Third Reich.
After the killing, the bodies of the young partisans are transported like dead goats, tied to a pole, to a common grave, by the people of the village of Macugnaga, under the menace of the heavy weapons.
The big mountain surely watched over the entire horror, maybe through the thick clouds that often hide her shining icefields from the human eyes, maybe shining in the sunshine, as in this photo; silent, impassible, as the God that the young brave fighters were probably praying.
History loves to repeat herself…
22 ottobre 1944. Teodoro Picchetti, 27 anni, Mario Lana, 24, Mario Bassi, 30, Anselmo Scomazzon, 22, Benito Andreoli, 18, Angelo Falsone, 24, Luigi Magnaghi, Bruno Magnaghi con la moglie incinta Giuseppina, tutti partigiani della brigata Garibaldi, vengono uccisi in questo luogo, piccolo insediamento prospiciente l'immenso fianco orientale del Monte Rosa, da un commando nazista. Un'altra giovane donna, di cui non si ricorda il nome, viene catturata, violentata e picchiata dai tedeschi, e poi lasciata libera solo per raccontare alla sua famiglia e ai suoi amici il "potere" dei nazisti.
Dopo l'uccisione, i corpi dei giovani partigiani vengono trasportati come capre morte, legati ad un palo, in una fossa comune, dalla gente del villaggio di Macugnaga, sotto la minaccia delle armi pesanti.
La grande montagna ha sicuramente vegliato sull'intero orrore, forse attraverso le dense nubi che spesso nascondono i suoi scintillanti campi di ghiaccio agli occhi umani, forse brillando al sole, come in questa foto; silenziosa, impassibile, come il Dio che probabilmente pregavano i giovani e coraggiosi combattenti.
La storia ama ripetersi...