IO,Marina.
In controluce
I Siciliani e la religione.
Ammettiamolo, i siciliani non hanno una gran devozione religiosa. Nonostante le feste religiose siano celebrate con il sommo del fasto, è solo esteriorità. E' quella tendenza al "drama", che si riscontra in tante piccole e grandi cose come la manifestazione del dolore, il confrontarsi con un lutto, l'assoluta fedeltà ai dettami della chiesa e non solo...
Le nostre nonne portavano praticamente il lutto tutta la vita e la morte di un congiunto, di dovere era accompagnato da urla strazianti e pugni sul petto da parte del superstite. La convinzione era ( e lo è ancora in qualche caso), che il parente che non piange, non soffre e dunque è indifferente.
Per la religione è la stessa cosa. Una coreografica presenza che si traduce in feste e festini. Ma di religione...poca.
Le chiese sono affollate la Domenica...ma in estate per uno strano fenomeno, si svuotano.
Sebastiano Aglianò nel suo “Che cos’è questa Sicilia?” nota: “La coreografia del cattolicesimo trova facile appiglio nell’immaginazione degli abitanti, tocca poco l’animo o non lo tocca assolutamente. Il culto dei santi è molto diffuso: segno anche questo di esteriorità. Forme di idolatria si mescolano bizzarramente con i dettami di madre Chiesa”.
Chiaramente non bisogna generalizzare.
C'è anche qui una chiesa attiva e partecipe così come ci sono siciliani di grande fede, magari nel chiuso delle case o in chiese buie, lontano dal frastuono.
Si...da qualche parte ci saranno.
In controluce
I Siciliani e la religione.
Ammettiamolo, i siciliani non hanno una gran devozione religiosa. Nonostante le feste religiose siano celebrate con il sommo del fasto, è solo esteriorità. E' quella tendenza al "drama", che si riscontra in tante piccole e grandi cose come la manifestazione del dolore, il confrontarsi con un lutto, l'assoluta fedeltà ai dettami della chiesa e non solo...
Le nostre nonne portavano praticamente il lutto tutta la vita e la morte di un congiunto, di dovere era accompagnato da urla strazianti e pugni sul petto da parte del superstite. La convinzione era ( e lo è ancora in qualche caso), che il parente che non piange, non soffre e dunque è indifferente.
Per la religione è la stessa cosa. Una coreografica presenza che si traduce in feste e festini. Ma di religione...poca.
Le chiese sono affollate la Domenica...ma in estate per uno strano fenomeno, si svuotano.
Sebastiano Aglianò nel suo “Che cos’è questa Sicilia?” nota: “La coreografia del cattolicesimo trova facile appiglio nell’immaginazione degli abitanti, tocca poco l’animo o non lo tocca assolutamente. Il culto dei santi è molto diffuso: segno anche questo di esteriorità. Forme di idolatria si mescolano bizzarramente con i dettami di madre Chiesa”.
Chiaramente non bisogna generalizzare.
C'è anche qui una chiesa attiva e partecipe così come ci sono siciliani di grande fede, magari nel chiuso delle case o in chiese buie, lontano dal frastuono.
Si...da qualche parte ci saranno.