Lui spense l’interruttore e tutto ricadde in un buio molle e vellutato. Era lì, in piedi di fronte a me. Accese una piccola lampada, dalla luce fioca e giallastra. Piano piano i contorni iniziarono ad emergere sonnacchiosi ed io osservai il suo profilo, le sue mani, il suo corpo appoggiato al tavolo che ci divideva.

Il silenzio era quasi irreale. Avevo paura di respirare, come se un mio movimento sbagliato avesse potuto rovinare la magia di quel momento, così inaspettata fino a poco tempo prima, così nuova!

Si avvicinò e le sue mani inziarono una danza, le sue dita accarezzavano linee a me sconosciute, e più le muoveva in arabeschi immaginari e più trattenevo il mio respiro.

Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata ed eccola, eccola arrivare, eccola l’emozione!

Forte.

Violenta.

 

Lui mi guardò con un ghigno soddisfatto e mi disse “Bhe? Cosa ne pensi?”. Scostò con una mano l’ingranditore e strinse tra i polpastrelli un piccolo pezzo di carta umido. Mi avvicinai timorosa ad osservare quel piccolo miracolo.

Una foto. La mia prima foto.

Un bel giorno avevo imbracciato una macchinetta, quasi per gioco. Ed ero così sciocca, perché non sapevo. Il mio mondo era sempre stato solo mio, colorato o in bianco e nero. Ma lo vedevo solo io. Non sapevo invece che la vita era lì, tutto intorno, placida e avvolgente. Non sapevo che potesse intrufolarsi attraverso la lente del mio obiettivo, entrare nei miei occhi per riflettersi nella mia mente. Non sapevo che con un click io la potessi abbracciare e cullare; che potesse sdraiarsi, lì, per riposarsi solo un po’, su un letto lucido e nero. Non sapevo che poi potesse volare fuori, libera, luce nata da luce.

Il mio mondo ora era in un’immagine, che vedevo io, che stringevo io, ma che vedeva anche lui, che stringeva anche lui. Mi porse la foto e mi guardò sorridendo.

 

Da allora io ho iniziato a raccontare. Racconto fiabe e tragedie, racconto sole e pioggia. Racconto vento, sguardi e mani intrecciate. Racconto vecchi e bambini. Racconto musica, tristezza, dolcezza e sorrisi, lacrime e risa, alberi e prati, e cielo e terra ed acqua. Racconto strade e racconto orizzonti. Racconto mio padre e mia madre e tutto ciò che sono.

 

Io racconto.

Io fotografo.

 

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Andrea says:

Con uno stream come il suo e una descrizione del profilo del genere, a cosa serve un testimonial?

April 16, 2008