I’m always searching for a mood rather than perfection. Shootin’ photos is my personal way to catch a feeling, a glance, the start of a story, something hidden or untold. I'm not really interested in what camera I use.

Don't remember why I started taking and collecting pictures. I only remember that at age eight I got my first camera - a Bencini Comet 127 - from my german grandfather. This was the start of it all. That camera was stolen two years later on a train coming back from Machu Pichu. Then my father had a traditional darkroom and I often like to spent some hours there with him developing and processing photos, something for me as a kid really obscure and magic at the same time.

In my teens I was completely mind blowed by rock music artwork, expecially Hipgnosis, Peter Saville and Anton Corbijn. Later - during my days as a cinema student - I was stunned by the movie of Ingmar Bergman, Michelangelo Antonioni, Wim Wenders and Werner Herzog. But only when I saw Andrej Tarkosvkij works something I can’t explain happened: he shows me a really different way and approach to images, a superb style and composition, and like no other he was able to show life as a reflection, life as a dream, life as a ancient mystery.

In summer 2006 I started a research about interaction between darkness and lìght with new caledonian painter and performer Béatrice de France and the cooperation of brilliant Italian musicians (Pgr, Marlene Kuntz, Bachi da Pietra), This research lead to the project “in principio erano le ombre”, a performance based on improvisation and which should feature a complete interaction and fusion between art expressions - in this case painting and music - that scarcely meet each other in live gigs. Of course my previous experiences as photographer and musician help me so much trying to develop the strange vision that move this project.

Finally I would like to thank you for the time you have dedicated reading this short story and seeing my photos.

All photos within this stream are copyrighted and they can not be used without permission. Otherwise - If I have photographed you, your band, your bike. guitar or drums - you can use the photo in your myspace, blog, facebook, or any other social network. I only ask that you e-mail me about it and - most importantly - credit me and link back here to my flickr pages. Thank you.

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Più che la perfezione ricerco un’atmosfera. Scattare foto è il mio tentativo personale di catturare un attimo, uno sguardo, l’inizio di una storia, qualcosa di nascosto o non detto. Fermare il tempo. Non sono molto interessato alla tecnica, penso che l’idea all’origine di uno scatto sia ben più importante dell’attrezzatura.

Non ricordo per quale motivo ho iniziato a scattare fotografie. Ricordo solo che all’età di otto anni ricevetti in regalo la mia prima macchina – una Bencini Comet 127 – dal mio nonno tedesco. Credo che questo fu l’inizio. La Bencini mi venne rubata solo due anni dopo su un treno, di ritorno da Machu Pichu. In quel periodo mio padre scattava molte foto e aveva una camera oscura e spesso trascorrevo ore con lui a sviluppare e stampare, un processo che all’epoca mi appariva così oscuro e magico allo stesso tempo.

Durante l’adolescenza rimasi folgorato dall’artwork delle copertine dei dischi rock, in particolare Hipgnosis, Peter Saville, Anton Corbijn. In seguito – come studente di storia del cinema – rimasi particolarmente colpito dai film di Ingmar Bergman, Michelangelo Antonioni, Wim Wenders e Werner Herzog. Ma qualcosa che non so bene spiegare avvenne nel mio profondo quando incontrai le opere del maestro Andrej Tarkosvkij: il suo approccio era completamente diverso da quello degli altri registi, lo stile unico ed assolutamente originale, ma soprattutto era in grado di mostrare come nessun altro la vita come un riflesso, la vita come un sogno, la vita come un mistero arcaico.

Nell’estate del 2006 con la pittrice e performer caledone Béatrice de France ho intrapreso una ricerca sull’interazione tra luce ed ombra. Con la collaborazione di ottimi musicisti (Pgr, Marlene Kuntz, Bachi da Pietra) questo percorso è confluito nel progetto “in principio erano le ombre”, una performance basata sull’improvvisazione e sull’interazione tra pittura e musica, due discipline che difficilmente si incontrano in eventi dal vivo. Naturalmente le mie esperienze nella fotografia e come musicista mi hanno molto aiutato nel riuscire a sviluppare la visione e le intuizioni che erano alla base del nostro percorso.

Ti ringrazio per avere dedicato il tuo tempo alla lettura di questa breve storia e alla visione delle mie fotografie.

silence is the answer

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Design Architecture:

Skylines, i grandi orizzonti tra cielo, terra e cemento.

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Le croci o il simbolo "più",

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che si incrociano dai mille significati.

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