Il Teatro e l’Arte sono non-luoghi dove il processo dell’inconscio desiderante è in continuo divenire e si esprime in un linguaggio “altro” decodificato, deterritorializzato, anacronistico, antistorico, irraccontabile, irrapresentabile, continuamente attraversato da flussi e intensità ad aprire una via di fuga verso quel piano d’immanenza-consistenza che è “la follia delle profondità”.

 

La sua visione della fotografia segue un processo rizomatico, in cui si rivelano i significanti di visionarie immagini stratificate, dove ogni tempo si sovrappone e si interseca, a creare un affresco per l’eternità. Un omaggio alle cose che siamo, agli altri che siamo.

 

Nico Vigenti

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