Le foto di Terzo Occhio bisogna osservarle senza fretta, guardarle bene, leggere con attenzione i commenti correlati che sono sempre in perfetta sintonia. Io non sono una fotografa professionista, quindi non sono in grado di esprimere giudizi tecnici, o di intuire quali programmi possa aver usato ecc. IO, sono sempre… Read more

Le foto di Terzo Occhio bisogna osservarle senza fretta, guardarle bene, leggere con attenzione i commenti correlati che sono sempre in perfetta sintonia. Io non sono una fotografa professionista, quindi non sono in grado di esprimere giudizi tecnici, o di intuire quali programmi possa aver usato ecc. IO, sono sempre spinta dall'istinto, le foto mi piacciono quando mi emozionano, quando mi costringono ad aprire gli occhi, quando in esse, non vedo solo la passione per la fotografia ma, vedo anche la necessità di trasmettere emozioni, messaggi e riflessioni. Nelle foto di Terzo Occhio trovo tutto ciò.

Vorrei scrivere due righe per questo autore che apprezzo moltissimo, sperando di cogliere le qualità e il senso del suo lavoro. Quando si parla di 'terzo occhio', il pensiero corre automaticamente all’obiettivo di una fotocamera, allo strumento meccanico o tecnologico che registra e trasforma in immagini la realtà ci… Read more

Vorrei scrivere due righe per questo autore che apprezzo moltissimo, sperando di cogliere le qualità e il senso del suo lavoro. Quando si parla di 'terzo occhio', il pensiero corre automaticamente all’obiettivo di una fotocamera, allo strumento meccanico o tecnologico che registra e trasforma in immagini la realtà circostante. In genere è così, ma in questo caso il 'terzo occhio' risiede altrove, in un luogo insondabile tra il cuore e la mente che rende uniche e speciali le opere create. Pure in un mondo dove trionfano le etichette e la qualità e quantità degli strumenti fotografici; al di là dell’omogeneizzazione, omologazione e appiattimento del linguaggio visivo, esistono modi di comunicare la propria sensibilità che hanno un loro segno riconoscibile e inimitabile. Il 'terzo occhio' qui guarda dove nessuno vede, ha un suo percorso che non è una gara dove competere, bensì un viaggio attraverso cui condividere esperienze e bellezza. È la tendenza a “contaminarsi” e interagire con linguaggi altri, come quelli della parola scritta e della poesia con cui si complementa. È la consapevolezza di saper cogliere visioni oltre il visibile, farsi abbraccio, sofferenza, passione, dolcezza e denuncia. È un riquadro che non delimita ma lascia libero il senso stesso dell’essere, riuscendo a rendere straordinario anche ciò che appare ordinario. marco cinque