La fotografia di Matthias ha un tono lieve e pacato, rasserenante. Se di tanto in tanto può celarsi una piega di malinconia, nel complesso è un microcosmo sereno, limpido, mai incrinato da dubbi esistenziali. Il suo è un modo di fare fotografia cristallino, tecnicamente impeccabile, fatto di atmosfere terse e dilatate,… Read more

La fotografia di Matthias ha un tono lieve e pacato, rasserenante. Se di tanto in tanto può celarsi una piega di malinconia, nel complesso è un microcosmo sereno, limpido, mai incrinato da dubbi esistenziali. Il suo è un modo di fare fotografia cristallino, tecnicamente impeccabile, fatto di atmosfere terse e dilatate, di quell’aria pungente che si conosce solo nell’umida provincia lombarda, in una geografia fra Saronno e Como, fra Cislago e Varese: i luoghi della “linea lombarda” per eccellenza. Il racconto fotografico si compone per piccoli segni: luoghi noti, piccoli oggetti, persone conosciute; e si nutre si una pacifica familiarità con i soggetti su cui posa il suo obiettivo. I modi del ritratto, in particolare, muovono verso una indagine del ritrattato, verso il racconto di un volto e di un’espressione, anziché piegare un soggetto a una propria idea, come un attore chiamato a interpretare uno scatto maturato nella mente del fotografo. Ne consegue un approccio feriale, un linguaggio che non vuole essere sofisticato, mai “sporcato” dalla sfocatura o virato verso particolari dominanti cromatiche, non credo sia un caso, infatti, che la sua attenzione si concentri sui volti, su inquadrature che tagliano il busto all’altezza delle spalle; la fisicità del corpo non interessa: importano gli occhi, la piega della bocca; importa portare il fruitore a uno sguardo ravvicinato, per quanto non invasivo, nei confronti del soggetto. Una fotografia, dunque, che non costruisce una regia della rappresentazione, ma che vuole invece essere una forma di narrazione senza salti, senza impuntature e senza singhiozzi. La luce vespertina delle estati di Lombardia, o quella pungente e frizzante dei boschi e delle brughiere ottobrine, avvolgono le cose e i volti con un procedere morbido e graduale, che disegna i profili e non contrasta i volumi, e nel frangente scava sotto la scorza: impone a chi si fa ritrarre, ma senza violenza o forzatura alcuna, di dire con lo sguardo qualcosa di sé.

Era un giorno d'ottobre quando casualmente mi imbattevo in una delle splendite foto di MattJr. Rimasi affascinato dallo spiccato senso artistico e l'inusiale armonia di forme e colori. Lo stile é molto particolare: Efficace ma non agressivo; fresco come la sua giovane età, ma non acerbo. Attraverso il suo obbiettivo ri… Read more

Era un giorno d'ottobre quando casualmente mi imbattevo in una delle splendite foto di MattJr. Rimasi affascinato dallo spiccato senso artistico e l'inusiale armonia di forme e colori. Lo stile é molto particolare: Efficace ma non agressivo; fresco come la sua giovane età, ma non acerbo. Attraverso il suo obbiettivo riporta la sua bella percezione della vita. E' quest'ultima peculiarità del suo stile ...... si chiama talento. Un grosso in bocca al lupo Matt, spero che continuerai ad emozionarci con le tue foto.