Per me, il ritratto fine a se stesso è limitativo.

Cosa vuol dire?

Che fare “solo qualche foto” senza avere uno scambio, un tipo di confronto o sapere chi sei e cosa fai nella vita, rende tutto piatto, a quel punto si diventa “un operatore”, la differenza la vedi quando hai il ritratto in mano.

È vero, ogni momento è “per sempre”, e forse non dovremmo crogiolarci nel calderone del senza tempo e dell’indefinito.

Con voi vorrei andare oltre: cosa avete fatto stamattina, quanto vi rompe le palle il nuovo capo in ufficio, perché stiate insieme… magari vi sentirete un pò in imbarazzo all’inizio, ma poi, tutto viene da sé, le vostre mani si rilassano, il vostro corpo smette di essere rigido, le spalle non sono più tese.

Mentre mi parlate poi, io nel frattempo vi educo alla luce, vi faccio mettere nella posizione (non ti metto in posa, sia chiaro) migliore, forse influenzato anche da quello che mi state dicendo.

Non vi farò mai dire “cheese”.

Ogni persona è unica, questo vuol dire massimo rispetto per quello che siete, quello che fate, anche se è distante dal mio mondo.

Sono cosciente del fatto che quello che propongo magari a qualcuno potrebbe non piacere, in tal caso non vorrei essere contattato e il motivo è che so, in quel caso, che non potrei mai darvi quello che cercate.

Ci tengo molto che, prima dell’incontro, vediate il mio sito per capire se effettivamente “vi piaccio”.

Do importanza vitale alla luce e la valuto come “diretta estensione” di sentimenti come amore, passione, senso di familiarità e tante altre belle sensazioni.

Con questo voglio dire che anche alcuni sfuocati e le messe a fuoco non nitide, se ritenuti buoni, si possono trovare tra gli scatti selezionati.

Concludo ribadendo l’importanza del racconto: per me è fondamentale!

Però è anche importante che vi sentiate a vostro agio!

Lasciate fare a me: rilassatevi, rispondete alle domande che vi faccio e minuto dopo minuto non vi accorgerete nemmeno che siete li per farvi fotografare.