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Classe 1989: catanese, 21 anni, il talento negli occhi.

Carole Basile comincia ad amare la fotografia sin dalla più tenera età. È solita chiamare quest’arte visiva un “ferma tempo”. Ricorda poco dell’adolescenza, forse volontariamente cancellata dai propri ricordi, ma attraverso gli album di famiglia si è sempre divertita a ripescare momenti, episodi, volti e ricordi sopiti. Ecco, quindi, che un gioco visivo, comune a molti, fa esplodere la vena artistica, la scoperta visiva, l’osservazione del mondo sotto una chiave diversa.

Sperando di non dimenticare ancora, Carole Basile inizia a fotografare e a fermare il tempo.

Rimane folgorata dai colori che offre la natura, soprattutto si sofferma inizialmente su paesaggi e soggetti naturali come i tramonti, apparentemente semplici ma emotivamente e visivamente complessi e forti, mai uguali l’uno all’altro nel succedersi dei giorni e delle stagioni.

Successivamente il suo interesse, pur rimanendo legato ai paesaggi, cade anche sulle particolarità dei ritratti, non solo umani ma anche materiali, fino ad arrivare allo still life.

Anche le scelte coloristiche cambiano: da un inizio caratterizzato da colori caldi fino alle recenti scelte di colori più freddi. Lo stile della Basile si addolcisce nelle sfumature dei contorni, soprattutto nei soggetti che riprendono volti conosciuti, oggetti personali legati alla quotidianità e nei particolari del suo stesso volto. In generale il passaggio da colori caldi, o meglio puri, sgargianti, quasi metallici, a freddi, a volte anche al bianco e nero, non di sapore antico ma fortemente moderno, evidenzia sempre dei contorni netti, ben definiti.

Un’aria cristallina sembra dividere soggetto fotografato e spettatore, come se l’immagine fosse inserita in una cristallizzazione vitrea e pura che ferma il momento.

Carole parla di visualizzazione quasi onirica, affinchè lo spettatore venga spinto a vedere il mondo o a illudersi di vedere con uno sguardo volutamente magico, che nasconde le impurità del quotidiano e della realtà.

Carole non ama svelare i suoi progetti futuri che sono in continua evoluzione, sia per soggetto che per stile. Ama scovare nuovi “sapori” nella visualizzazione di una realtà che inizialmente partiva dall’osservazione del macrocosmo, come i paesaggi, mentre adesso propende anche per particolari microcosmi: non oggetti o volti banali ma la vita che ogni piccola cosa esprime grazie al contesto e all’importanza che ognuno di noi riesce a dare.

Ecco quindi che anche la musica si personalizza attraverso gli occhi di questa giovane artista: molti giovani musicisti emergenti catanesi vengono immortalati nelle sue foto.

Lei, che ha sempre vissuto una tradizione musicale familiare, riesce a cogliere, riprodurre nelle immagini e a rappresentare nella sua persona l’animo più profondo dei giovani artisti catanesi.

( Scritto da / Written by : Emanuela Ferrauto )

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