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Famiglia Balestrieri

  

Una vita dedicata alle arti dell’Ottica

Questa storia quasi senza tempo, ha inizio in uno dei

quartieri più antichi di Napoli, dove ancora oggi sono

ben visibili i resti della splendida Neapolis di origine

greca, dove nel 1911 nasce il Trianon, luogo di cultura

napoletana della prima metà del 900, proprio qui, dove

la strada assume una caratteristica forma ad “Y”, da

cui furcell, Forcella, in una piccola e buia stanza di

uno angusto vicoletto, che il giorno 27 febbraio del

1917 nasce Ernesto, a darlo alla luce è la splendida

Anna Assante sposata con Giovanni Balestrieri

Nell’anno 1919 in una Napoli ormai decimata

dall’influenza “spagnola” viene a mancare Giovanni

che lascia la moglie ed i suoi quattro figli Andrea,

Ernesto, Carmela e Rosa. Anna affranta dal dolore non

si dispera e con la forza che solo una mamma può

avere si rimbocca le maniche e fa di tutto per crescere

i figli senza fargli mancare nulla e soprattutto senza

fargli mancare una cosa fondamentale che nella vita fa

la differenza e cioè l’istruzione. Ernesto frequenta la

scuola elementare Basilio Puoti , nel frattempo Anna

conosce un uomo che la aiuterà a crescere i figli e a

dare a quest’ultimi la figura di un padre.

Ernesto fin da piccolo quando usciva da scuola andava

a dare una mano al suo patrigno che aveva un emporio

nei pressi di via Roma, entrando così nel mondo del

lavoro ed è proprio in questo emporio che il giovane

Ernesto incomincia a familiarizzare con occhiali e

lenti che vendevano solitamente ai lavoratori attempati

che non riuscivano più ad eseguire lavori di precisione

ad occhio nudo.

In questi anni il patrigno, vista la sua passione per

questi oggetti che ridavano la vista alle persone, lo

presenta ad un suo caro amico proprietario di uno dei

negozi di ottica più antichi di Napoli “Ottica Cimino”.

Il “dott.” Cimino prende Ernesto a lavorare nel suo

negozio intorno al 1929, così all’età di soli 11 anni

impara un preziosissimo mestiere che come vedremo

tramanderà in modo eccellente alle future generazioni.

Qui rimane fino al 1938, dove farà sempre “u

‘uaglione”, ma dove il suo bagaglio formativo

acquisito, lo segnerà per il resto della vita; E’ in

questo periodo che Ernesto apprende l’arte

dell’occhiale manufatto.

Il lavoro fu traumaticamente interrotto a causa della

chiamata alle armi, ricordiamo che l’allora Regno

D’Italia intraprese una lunga guerra contro lo stato

sovrano dell’Impero di Etiopia, Ernesto fu arruolato

nell’aviazione militare del Regno e partì, con il grado

di sergente marconista, per una terra mai conosciuta

fin da allora, l’Africa. Finalmente nel 1945 Ernesto

ritorna in Italia, dove trova un Paese allo sbando, un

Paese che non riesce a capire bene chi sia il nemico e

chi l’alleato, in queste circostanze si rifugia nei pressi

di Brescia dove trova ospitalità presso la famiglia

Reghenzi, stimata famiglia di lavoratori di un piccolo

paesino della bassa padania , Remedello. Dopo tanti

anni bui, in questo piccolo paesino del bresciano

Ernesto trova la pace tanto sperata e soprattutto trova

l’amore, qui conosce Rosa una giovane ragazza dal

forte carattere che forse non avrebbe mai creduto che

quell’uomo le avrebbe cambiato la vita. L’amore

sboccia subito Ernesto sposa Rosa il 24 luglio del

1945 e da questa data i due non si separeranno mai più

neanche per un giorno.

Ernesto porta con se la neosposa a Napoli, non poche

sono le difficoltà che Rosa incontra in questa nuova

città, abitudini diverse, mentalità tipica del sud, un

dialetto che riesce a fatica ad intuire, ma il forte amore

fa superare tutte queste difficoltà superficiali; tanto

che, in questo periodo di trambusti e di spostamenti

Ernesto riceve una splendida notizia; Rosa è in dolce

attesa.

I due si trasferiscono a Benevento dove Ernesto trova

un’opportunità di lavoro. Qui il fratello Andrea,

anche’egli avviato alle arti dell’occhialeria da un altro

storico Ottico partenopeo Tufari, gestiva una

succursale del famoso esercizio napoletano “Ottica

Tafuri”; nel dopoguerra Andrea rileva l’attività e si

mette in proprio, chiedendo una mano al fratello

Ernesto.

Gli anni passano, le cose fortunatamente migliorano il

lavoro va bene si aprono nuove prospettive per la

famiglia Balestrieri, la città si riprende dalla guerra ed

anche qui come nel resto d’Italia si sente fortemente il

boom economico post bellico, Ernesto decide che si

può tornare in città, trova una più agiata sistemazione

e nel 1950 si trasferisce a Benevento nei pressi del

quartiere Ponticelli, ancor oggi chiamato “i fossi”

(l’attuale via Collevaccino) in un appartamentino

confortevole a misura di famiglia; famiglia che con

grande gioia sta diventando più grande, grazie

all’arrivo della piccola Giuliana avvenuto il ventotto

marzo del 1950.

Come detto il lavoro procede molto bene, Ernesto si

occupò da subito dell’aspetto tecnico dell’attività,

avendo a sua disposizione l’eccellente formazione

adolescenziale acquisita a Napoli ed anche grazie al

conseguimento dell’abilitazione di Ottico ottenuta il

10 ottobre 1950 presso la Scuola Professionale di

Ottica di Milano. All’epoca come ancor oggi, la

maggior parte degl’ottici acquistava le montature e

lenti dai cadorini, i quali negl’anni impararono

tecniche di produzione che li resero maestri

dell’occhialeria in tutto il mondo. La sapienza

dell’ottico artigiano era quella di creare, da due

elementi singolarmente inutili e cioè la montatura e le

lenti oftalmiche, un prodotto, tecnicamente chiamato

ausilio visivo, ma che tutti noi oggi conosciamo come

occhiale da vista.

Di questo antico mestiere si può trovare traccia già

negl’antichi scritti di Seneca e di Plinio intorno

all’anno 10 d.c., i quali descrivevano l’utilizzo di

globi di vetro per ingrandire gl’oggetti, o di smeraldi

utilizzati ai fini visivi. La storia dell’invenzione degli

occhiali affonda però le sue origini nell’Italia del

1300. Fino ad allora le persone nate con un difetto di

vista non avevano alcuna speranza di riuscire a

distinguere perfettamente forme ed oggetti. Dalle

testimonianze dello scrittore italiano Sandro di Popozo

(uno dei primi a portare un paio di occhiali) e da una

predica pronunciata nel febbraio del 1306 dal frate

fiorentino Giordano di Rivalto, sembra che i «dischi

per gli occhi», come furono chiamati i primi esemplari

di occhiali, siano apparsi a Firenze ed a Pisa per opera

di uno sconosciuto e ignoto soffiatore del vetro. In

realtà occorrerà aspettare sino al 1727 perché venga

realizzato il primo paio di occhiali con stanghette. Lo

produsse l’ottico londinese Edward Scarlett che riuscì

così a risolvere il problema di come sostenere gli

occhiali tenendoli a posto sul naso, permettendo anche

a chi li portava di respirare senza troppa fatica. Ma per

trovare il confort e l’estetica giusta da rendere

l’occhiale ormai un accessorio, dobbiamo ritornare al

secondo dopoguerra e tornare a parlare di Ernesto, egli

fu senza dubbio uno degl’ottici che spinse e visse

questo cambiamento; grazie all’esperienza vissuta, di

cui si è parlato e grazie alle conoscenze fisiche,

matematiche ed anatomiche acquisite conseguendo il

diploma di licenza ottica nel 1950 a Milano, presso

l’istituto “Scuola Professionale di Ottica Milano”. Egli

era un vero e proprio maestro certosino nel campo

dell’ottica, curava i propri clienti dall’anamnesi al

controllo visivo, dalla scelta della montatura alla

centratura, molatura, rifinitura e montaggio

dell’occhiale tutto eseguito rigorosamente a mano.

Nel frattempo Giandomenico e Giuliana crescevano

sani ed erano soliti andare con mamma Rosa a trovare

il papà presso il negozio. Ernesto da subito vede che i

figli vengono attratti da questo mestiere e soprattutto

Giandomenico che manifestava fin da piccolo la

voglia di seguire le orme del padre. Giandomenico

terminati gli studi con diploma di scuola superiore,

viene mandato dal padre nella più prestigiosa scuola di

ottica dell’epoca l’ “Istituto nazionale di ottica

Arcetri” di Firenze dove nel 1965 consegue a pieni

voti, il diploma di abilitazione alle arti di Ottica. La

sua preparazione è eccellente non solo in campo

tecnico ed ortottico, ma si specializza in un nuovo

settore che proprio in questi anni si sta espandendo e

cioè quello della contattologia.

Ben presto Ernesto capisce che il figlio, dopo un breve

periodo di lavoro con il papà presso il negozio dello

zio e soprattutto dopo un intera vita passata tra

montature e lenti oftalmiche, è pronto per lavorare

autonomamente e poter avere un valido aiuto in questo

mestiere. Così che arriva ad una non poco sofferta

decisione e cioè quella di lasciare il fratello e fondare

nel 1967 la “Nuova Ottica Balestrieri” di

Giandomenico Balestrieri. Come in tutti gli inizi

ebbero mille difficoltà, ma grazie ad una famiglia

unita, alla cortesia e alla cordialità di Rosa e Giuliana,

all’eleganza e alla simpatia di Ernesto grazie alla

professionalità di Giandomenico l’attività sbaraglia la

concorrenza e diventa un punto di riferimento nella

città di Benevento, dove ancor oggi il cognome

Balestrieri è legato strettamente alla professione di

Ottico.

In questi anni Giandomenico conosce l’incantevole

Caterina, figlia di Vincenzo e Palmira, della quale

s’innamora e convolerà a nozze nel giorno undici

Agosto del 1973. Dall’unione di Giandomenico e

Caterina vengono alla luce gli eredi della famiglia

Balestrieri ma soprattutto vengono alla luce gli eredi

della passione che contraddistingue la famiglia. Il

diciassette Luglio del 1974 nasce Ernesto e già il

nome fa capire cosa riserverà il futuro per lui. Nel

ventotto Maggio del 1978 nasce Marcello ed infine, il

primo Marzo del 1983 nasce Roberto ultimogenito di

Giandomenico.

I fratelli fanno scelte formative diverse, ma un giorno

si accorgeranno di avere nel proprio DNA una

passione che li accomuna. Ernesto diventa perito

industriale, già all’epoca un ragazzo dai mille interessi

dalle abilità tecniche fenomenali che si potrebbero

riassumere con la leggendaria frase di Battisti “quel

gran genio del mio amico…”, e dopo la chiamata alle

armi nel 1995 consegue presso l’istituto Politecnico A.

Fleming di Napoli il diploma di Ottico. Marcello dopo

l’esperienza liceale ed universitaria conclusasi con

successo nel 2003, decide di conseguire anch’egli il

diploma di ottico, ottenuto nel 2005 presso lo stesso

istituto frequentato dal fratello maggiore. Infine

Roberto diplomato ragioniere, giocatore professionista

di rugby ed amante della musica, però della musica

fatta in casa fatta grazie al suo carattere estroso e un

pò sognatore, anche lui come i fratelli viene preso

dalla voglia di seguire le orme del padre e consegue

nel 2010 presso lì ARC Istituto Nobel di Napoli il

diploma di abilitazione di Ottico.

In questi anni mentre i fratelli crescevano,

Giandomenico vedeva che i figli acquisivano

l’esperienza e la maturità lavorativa e nel 2004 decide

di aprire un nuovo punto vendita sul Viale Principe di

Napoli. Mossa audace ma ben presto ripagata, dando

cosi anche al quartiere detto “stazione “ un Ottico di

riferimento il cosiddetto Ottico di fiducia. Fiducia

guadagnata grazie alla presenza instancabile di

Ernesto e Roberto. Ernesto con le sue abilità tecniche

ineguagliabili ha creato un solido punto di riferimento

sia per i clienti sia per l’attività laboratoristica e sia

per la famiglia intera. Roberto invece ha saputo

infondere nell’attività quel suo carattere sognatore,

innovativo che tende sempre a svecchiare le abitudini,

sempre nel pieno rispetto della tradizione. Oggi il

punto vendita storico in via G. Pasquali è ancora in

piena attività da quarantasei anni e come da

quarantasei anni puntuale come un orologio svizzero

Giandomenico,prima con il padre ed oggi con il

secondogenito Marcello, ogni mattina alza la serranda

e da vita ad un nuovo giorno di lavoro ma soprattutto

ad un nuovo giorno di soddisfazioni che si leggono

quotidianamente nel volto dei clienti, lavorando con

umiltà e professionalità, che ha saputo trasmettere ai

figli, i quali ancor oggi lavorano con metodi

tradizionali manuali affidandosi sempre agl’ultimi veri

cadorini artigiani rimasti per la scelta delle montature,

affidandosi alle migliori e più innovative case che

producono lenti oftalmiche ed alle proprie sapienti

mani, per consegnare ad ogni cliente un opera d’arte

chiamata occhiale.

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  • JoinedAugust 2007
  • OccupationOttici artigiani
  • HometownBenevento
  • Current cityBenevento
  • CountryItalia
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