Fotografare soggetti,luoghi e avvenimenti per riproporli come reportage è una aspirazione invitante. Mi rendo conto, però, che nessun reportage possa rivelare l’essenza di una realtà che sfugge nella sua interezza,sia al mio occhio che a quello della mia fotocamera .Ma ciò che spiana le barriere tra significati e significanti è l’emozione che vivo quando fotografo , che i miei soggetti mi trasmettono e che io spero di trasferire a chi sento di coinvolgere. Il mio reportage? E’ un resoconto di emozioni,che raccontano la passione e l’amore per ciò che riprendo .
Anche quando voglio esprimere un concetto, le luci,le ombre,i contrasti e le forme mirano a creare sensazioni emotive ,prima che la ragione ne scopra i significati.
E quando i significati non ci sono perché mi esprimo solo con i giochi , i contrasti di colori e i movimenti delle forme,mi affido alla reciproca percezione di una emozione .
Il mio intento in ogni scatto : narrare emozioni
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Photographing subjects, places and events to present as a reportage is an enticing aspiration. I am however aware that no reportage can fully reveal the essence of reality which escapes both from my eyes and my camera. But what breaks down the barriers between the meaning and what is of critical importance, is the emotion which I feel while I'm photographing, which my subjects convey to me and which I hope to transfer to those who wish to be involved. My reportage? It's a story full of emotions that speaks of the passion and love for what I'm photographing.
Even when I feel the need to express a concept, I use the light, the shadows, the contrasts and the shapes with the aim to create emotive feelings, before reason discovers its meaning.
When there are no significant meanings because I express myself entirely with the effects created by contrasting colours and the movement of shapes, I rely on reciprocal emotion perception.
My main aim with every shot is to communicate emotions.
Chiara Lana
- JoinedJanuary 2010
- HometownMilano
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Un viaggio fra le immagini di Chiara, oltre che particolarmente gradevole è, prima facie, spiazzante, tanto l’autrice spazia fra i generi e, all’interno degli stessi, fra le più diverse interpretazioni. Ritratti classici oppure reinterpretati in post produzione, paesaggi calligrafici oppure di vena impressionista, mac… Read more
Un viaggio fra le immagini di Chiara, oltre che particolarmente gradevole è, prima facie, spiazzante, tanto l’autrice spazia fra i generi e, all’interno degli stessi, fra le più diverse interpretazioni. Ritratti classici oppure reinterpretati in post produzione, paesaggi calligrafici oppure di vena impressionista, macrofotografie classiche oppure ai limiti dell’astrazione: abituati come siamo a classificare un autore nello stretto ambito del genere prevalentemente praticato, ci si trova di primo acchito senza punti di riferimento. Eppure, ad un esame più approfondito, si coglie l’intento ultimo dell’autrice che è quello di ricercare la perfetta adesione al soggetto: non quindi solamente la sua rappresentazione, per quanto tecnicamente perfetta, ma quell’intima, segreta, corrispondenza la cui esigenza in Chiara trae origine contemporaneamente dalla sua curiosità intellettuale, dalla sua passione, dalla pulsione verso tutto ciò che è intrinsecamente bello al di là dell’esteriorità. Per raggiungere lo scopo Chiara non si risparmia nell’approfondire la tecnica, nel provare nuove strade, sempre però in modo strumentale e non fine a sé stesso: in lei si realizza spesso la perfetta sintesi fra strumento ed espressione che le consente di definire uno stile ben caratterizzato. Nelle sue immagini si coglie questo equilibrio fra abnegazione, entusiasmo e padronanza del gesto, che ho avuto la fortuna di poter constatare di persona nel corso di una nostra uscita fotografica nella magica atmosfera delle Crete Senesi. C’è una mia foto (www.flickr.com/ph...) che documenta questo momento, che trovo sintomatica del modo di vivere la fotografia di Chiara: in essa l’autrice è ritratta al momento dello scatto, l’espressione intenta, perfettamente aderente a ciò che sta scrutando nel mirino della sua reflex, il gesto attento, preciso, la tecnica scaturente dal perfetto equilibrio psico fisico, dalla contemplazione sottratta al tempo, tutte circostanze ben descritte da Eugen Herrigel nel famoso libro “Lo Zen e il tiro con l’arco”. Un’autrice da seguire con grande interesse.
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