Nell' attività di insegnante mi è capitato di verificare che la maggior parte dei ragazzi non ha più un rapporto diretto, affettivo nella conoscenza dell'ambiente naturale e delle sue essenze vegetali (anche delle più domestiche e comuni): non soltanto coloro che abitano in città a contatto con un ambiente sempre più artificiale e degradato, ma anche quelli che risiedono in campagna e che, diversamente dai loro genitori e nonni, delle piante non conoscono più gli odori, i sapori e gli usi.

Il ragazzo che abita in campagna ha sempre meno occasioni di osservare e tanto meno di fare le esperienze dei padri, i quali, in esplorazioni mirate di gruppo, andavano a cogliere le ciliege e le prugne nella vigna, le sorbe, le nespole selvatiche e il corniolo nel bosco, sapendone anche riconoscere i fiori in primavera.

Partendo da queste considerazioni e che non c'è trattato di botanica che possa sostituire l'esperienza diretta in un rapporto conoscitivo e soprattutto affettivo con la natura, ho cercato di avvicinare le piante con tutto l'entusiasmo di un ragazzo che si trova di fronte ad essenze vegetali che fino a ieri aveva guardato soltanto come macchia di colore e di cui, ora, ne scopre le parti più recondite.

Una maggiore conoscenza degli elementi della natura ci fa godere e fruire delle bellezze del prato e del bosco con la consapevolezza che essi, oltre che quadri pittorici, sono ecosistemi molto fragili e in continuo equilibrio precario con le attività dell'uomo.....<>