Scrivere e fotografare, catturare una sensazione, bloccare un tempo pari ad un istante, cercare di fermare i granelli del presente che continuano imperterriti nel loro scivolare all’interno di una clessidra fragile come quella di un’emozione. Sensibilità di cogliere qualcosa di impalpabile, esistente nell’animo di colui che lo percepisce, soggettività di ciò che è reale, un attimo che può essere subconscio che si materializza o che forse esiste perché interpretato da un Io unico ed eterno anche al di là della Fine per eccellenza.

Scrivere e fotografare, come un volo, un irrefrenabile desiderio di macchiare un foglio, di impressionare una pellicola, di colorare un display di svariati pixel, un’esigenza che non ha spiegazione se non nell’impugnare una matita, nel battere i tasti di una tastiera, nel premere un pulsante, ovunque e comunque per realizzare un istinto che le parole non esprimono se non in piccola parte.

Scrivere e fotografare, io sono colei il cui stato d’animo si manifesta in ogni foto e in ogni parola, io sono colei che è cresciuta ed è cambiata, io sono colei che ha deciso e che lentamente sta prendendo coscienza delle scelte e delle conseguenze, con serenità crescente e confusa.