Studio architettura a Udine. Questo spazio verrà usato a scopo di ricerca. Il tema che sviluppo, attraverso la fotografia, è "la superficie in architettura".

 

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Perchè?

  

L’involucro che racchiude un volume è la prima cosa visibile di un’architettura.

I riflessi del sole su una superficie, le ombre proiettate dagli alberi su un edificio, il colore di una facciata che attira particolarmente la nostra attenzione… tutte queste cose sono semplici “casualità” o fanno esse stesse parte del progetto? Il concetto di bidimensionalità può essere il punto di partenza per un progetto? Come può comunicare l’architettura?

Nella ricerca vorrei affrontare diversi aspetti di questo tema principale: come l’edificio si mostra.

L’architettura è come un organismo che attraverso una pelle, il rivestimento, si nasconde o si svela. Quanto è importante allora nel progetto la scelta dei materiali oltre che alla geometria della facciata?

La visione dell’architettura varia a seconda di come mi pongo di fronte ad essa e a seconda del contesto in cui è inserita.

Il tema della ricerca è quindi il concetto di bidimensionalità che in qualche modo lega pittura, grafica e disegno alla tridimensionalità del progetto architettonico.

Eppure un’architettura non si vede mai in prospetto, ma in prospettiva, perciò non possiamo prescindere dalla sua terza dimensione, la profondità.

Penso che questo tema possa essere sviluppato riprendendo come esempi architetture più o meno conosciute e attraverso una ricerca fotografica riguardante gli edifici che posso trovare nella mia città, Udine o in altre città che ho visitato.

 

Come si può definire una superficie?

 

1_ piano che delimita un corpo, una struttura, una massa;

2_ esteriorità, apparenza;

3_ strato, spessore superficiale.

 

Dalle definizioni si può capire che questo stesso concetto in architettura svolge un ruolo importante poiché diventa delimitazione fra spazio interno ed esterno, fra edificio e città e quindi assume un ruolo determinante nel progetto.

 

Sfogliando libri e riviste ma anche attraversando città a noi più o meno vicine si può notare come aumentino i progetti e gli edifici che attribuiscono sempre maggior significato al loro involucro. Le architetture si leggono principalmente attraverso la facciata, dall’esterno si può cercare di capire quale sia la distribuzione interna degli spazi ma a volte ciò è reso difficoltoso proprio per come il prospetto è stato progettato. La facciata può essere trattata autonomamente, come qualcosa di slegato dalla spazialità interna. In alcune epoche era considerata l’elemento di massimo impegno nella composizione, in altre semplicemente esito dello sviluppo planimetrico della pianta. Può esservi una corrispondenza più o meno diretta fra la facciata e le altre componenti architettoniche.

 

Ai rivestimenti esterni degli edifici si attribuisce il compito di comunicare in un modo diverso da quello dell’architettura tradizionale. Emerge una comunicazione per “immagini parlanti”, per figure grafiche. Ma quali sono le ragioni di questo procedimento?

 

Attraverso la lettura di alcuni testi (“Architettura in superficie. Materiali, figure e tecnologie delle nuove facciate urbane” di Daniela Colafranceschi ed “Ex libris. Sedici parole chiave dell’architettura contemporanea” di Giovanni Corbellini) si può provare a dare spiegazione di questo fenomeno.

 

Avviene una sorta di spettacolarizzazione del paesaggio urbano proprio tramite una ricercata distinzione e individualità dei luoghi della città. Si cerca di persuadere ma anche di informare e quindi si attuano degli interventi puntuali con un forte contenuto simbolico e comunicativo . L’architetto può essere paragonato ad un regista, assume il ruolo di scenografo della città.

 

Un altro fattore fondamentale è il cambiamento delle condizioni di percezione dell’opera. L’influenza dell’automobile e di altri mezzi di comunicazione ha determinato una maggior velocità, nella fruizione del paesaggio urbano e quindi anche delle architetture. I volumi si percepiscono sempre meno, da lontano e in velocità, rarefacendo lo spazio urbano, riducendo il campo visivo e allontanando il punto di vista dell’osservatore. L’importanza della facciata prende il sopravvento rispetto al volume e per questo si affida all’immediatezza della grafica e della pubblicità. Cambia il modo di comunicare l’architettura. Progettare superfici/immagine vuol dire rispondere all’esigenza di una nuova percezione. L’architettura si relaziona con i media e le logiche pubblicitarie,con il design e con la comunicazione virtuale del cinema e della televisione.

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  • JoinedNovember 2007
  • OccupationStudentessa
  • HometownBenevento
  • Current cityUdine
  • CountryItalia

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