Dall’arte tessile a una nuova tecnica mista: Gloria Campriani

 

Gloria Campriani nasce a Certaldo nell’ambiente tessile della confezione di famiglia. Questa esperienza si rivelerà, più tardi, determinante nella scelta dell’utilizzo del filo come uno degli strumenti principali del suo percorso artistico. La famigliarità con questo materiale, infatti, faciliterà, poi, le sue capacità espressive. Appassionata allo studio di tecniche espressive diverse legate agli specifici linguaggi artistici, Gloria Campriani abbandona molto presto la classica pittura a olio per dedicarsi a varie tecniche, soprattutto con materiali di riciclaggio. Frequenta corsi presso varie accademie d’arte fra cui il corso di anatomia artistica dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

TecnicaDopo un’analisi basata sul confronto di vari materiali, ritiene il filo, per la sua flessibilità, lo strumento più idoneo alle sue forme espressive. Le sue origini legate al tessile, le impongono una particolare attenzione alla corrente artistica della Fiber Art, da cui prende ispirazione, nel concetto più contemporaneo del termine. L’artista, infatti, non prevede l’utilizzo di alcun strumento tecnico eccetto l’uso delle mani al fine di realizzare trame. La Fiber Art prende in considerazione tutti i componenti tessili che si tengono insieme per contrasto, per nodo o per intreccio, formando da soli un tessuto, una rete, una treccia, una falda oppure un groviglio senza ricorrere a giunti, adesivi, colle o saldature. All’interno del suo linguaggio artistico si possono distinguere tre tipi di tecniche. Le prime due, in ordine cronologico, possono collocarsi fra le svariate forme della Fiber Art per una tessitura che si sostiene da sola, senza ricorrere all’aiuto di adesivi o colle. In questo caso, l’artista, si può definire un puro tessitore di arte o artist weaver.

I materiali ricorrenti, nelle sue opere, sono sughero, corteccia o tronco di albero per mettere in evidenza il rapporto fondamentale con la natura. L’elemento, imprigionato all’interno della tela, diventa protagonista della “scena”, insieme al filo, che lega e permette la sua esibizione. Alcune volte, la fibra non viene rispettata nella sua struttura, ma lavorata per ottenere un aspetto emotivamente connotato. Il filo viene lavorato in modo da non permettere l’immediato riconoscimento. Utilizzato come strumento di espressione, ha lo scopo di soddisfare i bisogni più concettuali dell’artista che si preoccupa del materiale solo quando non risponde alle sue esigenze. L’artista, si avvale dell’intervento pittorico con colori acrilici e stucco ad acqua, con cui lega, fissa e sfuma. La capacità di assorbimento dei diversi tipi di filato le permette di ottenere vari spessori e nuove prospettive che corrispondono alla sua continua ricerca di movimento all’interno dell’opera.

L’artista si esprime con una tecnica mista e innovativa, creata sulle proprie esperienze, che prevede l’utilizzo di fili e colori acrilici.

Coerente con la propria filosofia che pone una particolare attenzione alle problematiche ecologiche, ricicla filati, sceglie fibre grezze o trattate con tinture naturali per stimolare a nuove ricerche.

Metafora del filoIl linguaggio simbolico legato al filo che affonda le sue radici nella storia è continua fonte di ricerca per l’artista che fila per dar forma al suo pensiero. Il filo, infatti, appare spesso come modello di connessione, concatenazione e legame fra gli eventi.

Una nuova espressione artistica per parlare della sofferenza psicologica dei nostri tempi, del precario rapporto con la natura, della necessaria trasformazione sociale e dell’esaltazione all’unione nel significato di amore attraverso l’utilizzo di fili che si uniscono, si avvolgono, si intrecciano e si legano fra di loro. L’interpretazione di una tessitura di rapporti sociali. Un tessuto sociale costruito da fili e dai loro legami intrecciati. Un messaggio spirituale che esprime un significativo desiderio di rinascita dalle difficoltà del nostro tempo.

Promuove l’arte tessile facendo conoscere il suo nuovo linguaggio artistico, anche con video, testimonianze e interventi, per stimolare a nuove sperimentazioni. L’artista aderisce a progetti finalizzati alla comprensione, valorizzazione e diffusione dell’arte contemporanea anche all’interno delle scuole e aziende sanitarie (Asl), mettendo in relazione quattro campi: artistico, pedagogico, sociale e formativo.

Gloria Campriani lavora, da sempre, insieme ad artisti e ricercatori confrontandosi con la sperimentazione. Una personalità tenace e dinamica, al tempo stesso rigorosa e creativa. La sua collaborazione con curatori, critici e galleristi hanno dato origine a mostre personali e collettive presso palazzi istituzionali, università, gallerie d’arte e musei.

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