La fotografia è un virus molto contagioso da cui difficilmente si può guarire. I primi sintomi li ho avuti quando sono nati i miei tre figli; naturalmente li ho stressati fin da piccolissimi a sottoporsi alla mia smania compulsiva ( tipica della malattia) di doverli immortalare in qualsiasi circostanza. All'epoca possedevo una macchina fotografica Tradizionale con il rullino. Prima di scattare una foto ci dovevo pensare bene , ricordo l'ansia e l'attesa dello sviluppo , la delusione o la gioia di vedere i risultati ripromettendomi, al prossimo rullino, di non commettere gli stessi errori. Poi con l'avvento del digitale le cose sono cambiate in peggio ,la malattia si è manifestata in tutta la sua clinicità.. Quando vedo una nuvola, un lampione,una finestra o qualsiasi altra cosa che attira la mia attenzione e non ho una macchina fotografica tra le mani, me ne rammarico, mi mette il malumore. Sono ammalata da qualche anno, ma sapete cosa vi dico!? Mi piace tutto sommato questo virus e qualche volta l'ho anche contagiato a qualcuno, senza grandi sensi di colpa.

Sono un' autodidatta (e si vede) vado per istinto e osservo molto e con ammirazione chi è più bravo di me, con tanta voglia di imparare.

Spesso mi domando: "Chissà se prima o poi guarirò!?" ;)

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© Tiziana Boccia

Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare: tre concetti che riassumono l'arte della fotografia.

Helmut Newton