A chi mi chiederà del Cammino di Santiago non risponderò descrivendo il giorno della partenza, le tappe, gli albergues o i monumenti e le chiese di cui è disseminato. Non darò consigli su quanti chilometri percorrere ogni giorno, su quali scarpe usare o in che modo prepararsi al viaggio, perché su tutto ciò sono stati scritti libri su libri.
A chi mi chiederà del bagaglio da portare dirò che si deve partire con un carico minimo ma che è necessario tener conto che potrebbe via via aumentare, raddoppiare, riempirsi di tutto ciò che si vive lungo la strada. Non parlo di cose materiali ma di quelle che abbiamo dentro, sopite o sconosciute e che il Cammino ti fa tirar fuori: la capacità di sopportazione, il coraggio di andare avanti anche se stanchi e dolenti, le lacrime che fatica e disagi affrontati ti strappano dagli occhi. Gli dirò anche che, al tempo stesso, dobbiamo essere pronti a dire addio ad altro, a cose che ci siamo portati dietro e che sono solo un’inutile zavorra: intolleranza, sfiducia nelle proprie capacità e negli altri, orgoglio, competitività.
A chi mi chiederà un incoraggiamento io non dirò nulla, perché questo viaggio non comincia a Roncesvalles, a Saint Jean Pied de Port o chissà dove, ma da molto prima e in luoghi che non sono al di fuori di noi stessi. Non saprei dire, non ancora, cosa mi abbia spinto e cosa spinga tanti altri ad abbandonare per un mese tutto e tutti e cominciare a camminare, a permettere che i nostri orologi si mettano a scorrere in un’altra dimensione, dove il tempo è scandito solo dal ritmo dei tuoi passi.
A chi mi chiederà consigli ne darò solo due: quello, se possibile, di partire e di percorrere la strada da soli e quello di avere a disposizione tutto il tempo che si vuole, perché anche la compagna della tua vita o l’amico più fraterno ha ritmi e bisogni diversi dai tuoi, che possono anche cambiare durante il Cammino o che il Cammino stesso può imporre. E’ necessario essere soli e avere tutto il tempo che si vuole, per fermarsi, per respirare, per vedere, per vivere il viaggio. E’cosa nota che il Cammino è una metafora della vita ma solo alla fine ci si accorge del significato di questa frase. La vita: giorni facili, dove sembra che qualcuno o qualcosa ti sollevi lo zaino dalla schiena e ti abbia mandato quella nuvola ad oscurarti un sole troppo caldo. Giorni durante i quali riesci a percorrere cinque chilometri in trenta minuti mentre di solito ci impieghi un’ora e più, e pensi che sia stata la strada stessa a darti la forza e l’energia per continuare. Giorni in cui compare all’improvviso una fontana mentre eri riarso dalla sete, o una toilette nel posto più improbabile mentre ne cercavi disperatamente una. Giorni in cui ti senti felice e cammini ascoltando “Impressioni di settembre” e i paesaggi che attraversi ti fanno commuovere. La vita: giorni difficili, in cui tutto sembra andare storto e la strada non avere mai fine o cambia continuamente, dapprima in salita, dove le gambe e il fiato sembrano non farcela più e poi in discesa, dove devi fare forza e frenare, o piena di tornanti, o costellata di pietre aguzze che ti fanno incespicare ad ogni passo. Giorni in cui il paesaggio è sempre uguale, sotto il sole implacabile delle mesetas o la pioggia continua della Galizia, in cui ti viene voglia di mandare tutto al diavolo e litighi con il tuo compagno di viaggio per ogni sciocchezza, in cui sogni solo il tuo letto e la tua casa e il cibo cucinato dalla mamma. Giorni in cui non fai che pensare, in cui il passato torna a farsi presente e tu lo accogli con le lacrime e il rimpianto, in cui ti sembra di avere accanto delle persone che non ci sono più. Giorni in cui invece la tua mente, come un solerte architetto, comincia a progettare e i buoni propositi per l’avvenire ti ruotano intorno come le palline di un giocoliere, tante, belle e colorate, tutte in circolare equilibrio sulla tua testa e altri giorni in cui i conti con la tua vita sembrano davvero non tornare e allora metti il muso e non riesci a sorridere e a vedere ciò che ti circonda. Giorni pieni d’incontri, che possono essere buoni e lasciarti dentro qualcosa di diverso o meno buoni o, più spesso, indifferenti. Giorni in cui devi comunque andare avanti, in un modo o nell’altro. Giorni di solitudine, perché si è sempre soli, gli altri sono solo compagni di strada. E’ difficile da accettare ma il Cammino te lo insegna passo dopo passo.
A chi mi chiederà del Cammino parlerò del silenzio che avvolge i boschi dei Pirenei,i verdi pascoli, le distese di grano della Navarra e i dolci vigneti della Rioja . Silenzio che aleggia sopra i laghi e i ruscelli, lungo il fresco corso dei fiumi. Silenzio che ti cammina accanto lungo le assolate piane delle mesetas e i rettilinei vuoti e infiniti, costeggiati da filari di pioppi che si dondolano pigramente al vento. Allora può accadere che, mentre cammini, cominci a scendere, dolcemente o con dolore, dentro di te, fino a raggiungere le tracce del tuo più lontano e nascosto passato, fino a riposare, per un istante, nell’Unità e nell’Indiviso. In quel momento intuisci che il silenzio è davvero ciò che di più bello sia stato creato da Dio e, se il vento lo spezza, sei certo che quella sia la Sua voce.
A chi mi chiederà del Cammino paradossalmente e volutamente parlerò del ritorno, quando tutto ciò che ti circonda appare opaco e privo di colori, quando le gambe non vogliono saperne di stare ferme e continuare a camminare diventa il primo dei tuoi bisogni. Gli dirò che l’aria di casa è come se avesse perduto il suo profumo e che quando cammini continui a guardarti intorno cercando gli altri con i loro zaini e i bastoni, ma non vedi più nessuno.
A chi, infine, mi chiederà che cosa ho scoperto, racconterò che la vista dell’oceano dal faro di Finisterre mi ha fatto capire d’essere solo all’inizio e non alla fine del mio percorso, che quella distesa infinita è stata per me un invito ad andare ancora avanti, “oltre”, ma per strade diverse, tutte interiori. Strade che solo l’anima conosce.
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Belle le tue immagini.....ma belle anche quelle che appaiono durante la lettura descrittiva del tuo cammino....complimenti e grazie
Dunque... Se ho qualcosa di bello da dire su Ste_* ? Certo! Oltre al fatto che propone alcuni scatti molto interessanti, ciò che ho avuto modo di apprezzare in modo approfondito e' stato il suo breve racconto del: cammino.de santiago, usato come profilo (che consiglio ,a chi si imbatte in Ste,di leggere ,con calma e di… Read more
Dunque... Se ho qualcosa di bello da dire su Ste_* ? Certo! Oltre al fatto che propone alcuni scatti molto interessanti, ciò che ho avuto modo di apprezzare in modo approfondito e' stato il suo breve racconto del: cammino.de santiago, usato come profilo (che consiglio ,a chi si imbatte in Ste,di leggere ,con calma e disponibilita'. In un certo senso Ste .. Si e' fatto da parte per dare spazio al silenzio .... Il silenzio tra le righe... Quello stesso silenzio... Che da la possibilita' di Comprendere cio' che a parole non si puo' spiegare... Seppur in un certo senso Ste, E' riuscito... Almeno per coloro che.. Sono sintonizzati ...:) A comunicare...
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