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World Parkinson’s Disease Day/Giornata mondiale malattia di Parkinson

World Parkinson’s Disease Day marks the birthday of Dr. J Parkinson.

Dr. Parkinson first described the disease in “An Essay on the Shaking Palsy”, he described a pattern of lessened muscular power, involuntary tremulous motion, even if these are supported.

There is at tendency to bend the body forwards, and to involuntarily switch from a walking to a running pace, while the sense and intellect deteriorate.

On this day there are efforts made to increase the public awareness of this terrible disease, as well as all the good works put forth by the worlds organizations dedicated to eradicating this disease. There are activities to promote this the entire world over, and the opportunity to participate is open to any and all who want to help in this effort.

 

www.daysoftheyear.com/days/world-parkinsons-disease-day/

 

La Giornata mondiale malattia di Parkinson è un evento che si tiene ogni anno l’11 aprile per sensibilizzare e far conoscere una malattia degenerativa che in Italia ha già colpito 230mila persone.

 

L’obiettivo di questa Giornata è coinvolgere sempre più persone nella lotta contro il Parkinson e dare un contributo alla ricerca di una cura per questa malattia.

 

L’11 aprile è la data di nascita del dottor James Parkinson, che nel 1817 aveva pubblicato il “Saggio sulla paralisi agitante”. Grazie al suo lavoro il Parkinson è stato riconosciuto come patologia medica a livello internazionale.

 

La prima Giornata mondiale del Parkinson si è tenuta l’11 aprile 1997 ed è stata organizzata dalla European Parkinson Disease e dalla Organizzazione mondiale della sanità.

 

www.tpi.it/2018/04/10/parkinson-giornata-mondiale-2018/

 

 

Bruno Lauzi e la sua malattia

La sua lettera a Mister Parkinson

 

Egregio Signore, non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d'altra parte avrei dovuto parlarle a quattr'occhi, affrontarla di persona, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c'è di peggio per far perdere la pazienza anche ad un santo, figuriamoci a me.

Le scrivo, come può notare, col computer, perché la mia calligrafia s'è fatta illeggibile e così minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente d'ingrandimento per riuscire a decifrarla…

Perché le scrivo? È presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l'imbarazzo che lei (l'ho scritto senza maiuscola, non la merita) mi ha creato chiedendo pubblicamente la mia mano ed ovviamente ottenendola. Convivere con un ufficiale inglese a riposo, già condannato nel Punjab per ripetuti tentativi di violenza neurologica su qualunque essere di qualunque specie (le cose si vengono a sapere, come vede…) non è stato facile, la mia è una famiglia è all’antica e non ha apprezzato.

MA ORA LEI STA ESAGERANDO, signore, glielo devo dire. Quando è troppo è troppo, e il troppo stroppia! C'è un proverbio arabo che dice: «Se hai un amico di miele non lo leccare tutto», INVECE LEI S'APPROFITTA D'OGNI RILASSATEZZA, DELL'ABBASSAMENTO DELLA GUARDIA NELLA BATTAGLIA QUOTIDIANA, ci proibisce di pensare ad altro, contando sulla superficialità con cui io ho affrontato l’insorgere del male… si sa, gli artisti sono farfalloni incoscienti… no, vecchio caprone, non le sarà facile, né con me né con gli altri, la Resistenza è cominciata. Perché, vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così!

D'ora in avanti prometto che starò più attento ai consigli dei miei dottori, e che mi impegnerò maggiormente nell’aiutarli nella raccolta dei fondi necessari per la ricerca. Anzi sul tema della solidarietà mi ci gioco una mano, la mano che, pitturata e serigrafata fa da piedistallo ad una poesia contro di lei, colonnello dei miei stivali, funzionando da incentivo a dare... già, poiché a chiunque faccia un'offerta per la ricerca verrà inviata «LA MANO» come ricordo e memento…

Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all’Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie… Parola mia, di questo omino per molti un po' buffo, per altri un po' patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prendere a schiaffi. A mano ferma. Mi stia male e a non rivederla.

Bruno Lauzi

25 ottobre 2006

 

www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/10_Ottobre/25...

 

Ciao Bruno la "bestiaccia immonda" ti ha portato via ma tu resterai sempre nei nostri cuori e continueremo con passione a portare avanti la tua battaglia.

 

www.youtube.com/watch?v=J6HO677tRkw

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Uploaded on April 10, 2019
Taken on April 9, 2019