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Torino è una città strana.

Alcune fabbriche chiudono, altre si aprono alla creatività.

L’ex Aspira di via Foggia 28 aveva ormai il destino segnato: sarebbe stata abbattuta per far posto a moderni loft ad uso abitativo. Prima però che il suo destino si compisse, gli spazi sono stati presi in consegna da Raw Tella e Eugenio Dragoni, che hanno letteralmente stravolto capannoni, cortile interno, uffici.

A giugno è nato il WTC – War Trade Center, che per due mesi ha saputo catalizzare tutti i nomi della street art torinese, molti esponenti di quella nazionale e alcuni ospiti d’oltre confine. Una delle più grandi e coinvolgenti esposizioni di street art mai viste in città. E con un elemento di forza in più rispetto a qualsiasi mostra/esposizione dedicata a graffitismo e affini. Così come capita in strada, anche negli spazi di via Foggia 28 le opere non potevano avere carattere permanente. Realizzate direttamente sui muri, sarebbero state abbattute, insieme alla fabbrica.

 

StreetArTO era nato da poco (febbraio 2011), con l’intento di raccontare la street art torinese. Trovarsela tutta riunita in uno spazio così suggestivo è stata una piacevolissima sorpresa.

Il giorno dell’inaugurazione una piscina è comparsa in cortile; gli skaters si producevano in acrobazie su rampe e pedane posizionate tra opere di Pixel Pancho e Galo, Xel e Lapiztola; si ballava la break dance sotto un lavoro di Eme de M, mentre la musica segnava il ritmo tra le persone in coda al bar, inglobate nella testa di Medusa realizzata dai Truly Design con la tecnica dell’anamorfismo. Nel cortile – dove si affacciavano l’albero di parole di Opiemme, le bambine di Nox, la grande tartaruga di Roa e gli strani extraterrestri realizzati da TO LET e Mp5 – Gec ha racchiuso in poche parole il senso di quei due mesi, in cui le pareti della fabbrica si popolavano di storie e personaggi, cambiando aspetto dal giorno alla notte: “Qui, oggi, direi Berlino – Torino: 1 a 1!”.

  

da StreetArTO

  

Giuseppe Cruciani

Giulia Innocenzi

  

L’incontro-scontro tra un fiero onnivoro (Cruciani) e una vegetariana (Innocenzi), partendo dal libro di quest’ultima, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017). Un’inchiesta su allevamenti e macellai del nostro paese, su quella parte del processo alimentare che termina sulle nostre tavole imbandite. Qual è il reale costo del cibo che mangiamo? Siamo disposti a rinunciare ai piacere della gola, in favore di abitudini alimentari più sane?

 

A dialogue between a proud omnivore (Cruciani) and a vegetarian (Innocenzi), starting from the book written by the latter, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017) (Meat grinders. Why what we eat can save our lives. And our world). A reportage about Italian farms and abattoirs, about the initial part of the food production process which then ends up on our dinner tables. What is the real cost of the food that we eat? Are we willing to give up our food preferences in favour of healthier eating habits?

 

video: media.journalismfestival.com/programme/2017/why-what-we-e...

Giuseppe Cruciani

Giulia Innocenzi

  

L’incontro-scontro tra un fiero onnivoro (Cruciani) e una vegetariana (Innocenzi), partendo dal libro di quest’ultima, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017). Un’inchiesta su allevamenti e macellai del nostro paese, su quella parte del processo alimentare che termina sulle nostre tavole imbandite. Qual è il reale costo del cibo che mangiamo? Siamo disposti a rinunciare ai piacere della gola, in favore di abitudini alimentari più sane?

 

A dialogue between a proud omnivore (Cruciani) and a vegetarian (Innocenzi), starting from the book written by the latter, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017) (Meat grinders. Why what we eat can save our lives. And our world). A reportage about Italian farms and abattoirs, about the initial part of the food production process which then ends up on our dinner tables. What is the real cost of the food that we eat? Are we willing to give up our food preferences in favour of healthier eating habits?

 

video: media.journalismfestival.com/programme/2017/why-what-we-e...

Giuseppe Cruciani

Giulia Innocenzi

  

L’incontro-scontro tra un fiero onnivoro (Cruciani) e una vegetariana (Innocenzi), partendo dal libro di quest’ultima, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017). Un’inchiesta su allevamenti e macellai del nostro paese, su quella parte del processo alimentare che termina sulle nostre tavole imbandite. Qual è il reale costo del cibo che mangiamo? Siamo disposti a rinunciare ai piacere della gola, in favore di abitudini alimentari più sane?

 

A dialogue between a proud omnivore (Cruciani) and a vegetarian (Innocenzi), starting from the book written by the latter, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017) (Meat grinders. Why what we eat can save our lives. And our world). A reportage about Italian farms and abattoirs, about the initial part of the food production process which then ends up on our dinner tables. What is the real cost of the food that we eat? Are we willing to give up our food preferences in favour of healthier eating habits?

 

video: media.journalismfestival.com/programme/2017/why-what-we-e...

Giuseppe Cruciani

Giulia Innocenzi

  

L’incontro-scontro tra un fiero onnivoro (Cruciani) e una vegetariana (Innocenzi), partendo dal libro di quest’ultima, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017). Un’inchiesta su allevamenti e macellai del nostro paese, su quella parte del processo alimentare che termina sulle nostre tavole imbandite. Qual è il reale costo del cibo che mangiamo? Siamo disposti a rinunciare ai piacere della gola, in favore di abitudini alimentari più sane?

 

A dialogue between a proud omnivore (Cruciani) and a vegetarian (Innocenzi), starting from the book written by the latter, Tritacarne. Perché ciò che mangiamo può salvare la nostra vita. E il nostro mondo (Rizzoli, 2017) (Meat grinders. Why what we eat can save our lives. And our world). A reportage about Italian farms and abattoirs, about the initial part of the food production process which then ends up on our dinner tables. What is the real cost of the food that we eat? Are we willing to give up our food preferences in favour of healthier eating habits?

 

video: media.journalismfestival.com/programme/2017/why-what-we-e...

Antico tritacarne manuale marca Alexanderwerk 446, utensile utilizzato nei primi anni ’40, completamente realizzato in ferro, dotato di una morsa per fissarlo ad una superficie piana, la manovella gira facilmente. Articolo antiquato, caratterizzato da segni del tempo, quali tracce di ruggine. M...

 

www.okaffarefattofrascati.com/?product=h-1076-antico-trit...

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