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DSC_1166-1. Necrópolis de Maus de Salas. Orense. Spain. Son tumbas colectivas de agricultores o pastores neolíticos. En estas tumbas fueron enterrados los primeros labradores que se conocen en el Noroeste de la Península Ibérica.

Antes de que se construyesen estos dólmenes no se conoce ninguna sepultura prehistórica con carácter monumental.

A grandes rasgos se pueden distinguir en el megalitismo del Noroeste 3 grandes fases: la INICIAL (3500 - 3000 a C.), con cámaras o dólmenes simples , la PLENA (3000 - 2000), con dólmenes con corredor y el FINAL (2500 - 2000) con pequeñas cámaras rectangulares.

 

Necropolis of Maus de Salas. Orense. Spain. They are collective farmers or shepherds Neolithic tombs. In these tombs were buried the first tenants which are known in the Northwest of the Iberian Peninsula.

Until these dolmens will build any prehistoric burial with a monumental nature is not known.

Roughly big phases can be distinguished in the megaliths of Northwest 3: initial (3500 - 3000 c.), with cameras or simple dolmens, the full (3000 - 2000), with dolmens with corridor and the end (2500 - 2000) with small rectangular Chambers.

El dolmen de Lácara es un sepulcro de corredor situado a pocos Kms. de Mérida, en la Nava de Santiago (Extremadura)

Su construcción data del IV milenio a. C.

El día de la fotografía me encontré con la agradable sorpresa de estas invitadas tan especiales.

Poblado talayótico de Torre d'en Galmés, Menorca

Sardegna, Isili il nuraghe "is paras" in un giorno nevoso.

La última etapa del megalitismo en Galicia , comienza a inicios del III milenio A.C y se caracteriza por la clausura de los dólmenes de corredor y el final de la construcción de los grandes megalitos, a favor de los túmulos de reducidas dimensiones como cistas y cámaras rectangulares.

 

The last stage of megalithism in Galicia begins at the beginning of the 3rd millennium BC and is characterized by the closure of the corridor dolmens and the end of the construction of the great megaliths, in favor of small burial mounds such as cists and rectangular chambers. .

Dólmen perteneciente al Megalitismo Medio (3.000-2.500 a.C.), a los pies del pantano de Maus de Salas.

Regional Megalithism Center - Mora - Partial view in a creative sunset vision by Daniel Arrhakis (2016)

 

Regional Megalithism Center. A new interactive Museum about Megalithism that will opens soon in Móra, Portugal.

 

Another version in Monotone can be seen here in my other pseudonym :

 

www.flickr.com/photos/karlrudhyn/29538625466/in/dateposte...

 

A new architectural space that reclassified the Old Railway Station and the built environment, as well as the surrounding area of the Station Street.

 

Megalithism, or the art of using huge boulders to create sacred, pagan monuments and sites, still fascinates us today.

 

A new series a little different from my normal work.

 

In the next weeks i will share some of my works about The Municipality were i live, Móra in Évora district, Portugal.

 

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Seppure gravemente compromessa nella sua struttura, la tomba di Lassia riesce ancora a mostrare l’antica imponenza, con i suoi lastroni perimetrali e la residua copertura del corridoio funerario. Il corpo tombale è lungo più di 14 metri e largo quasi 6 metri, chiuso nella parte finale con un profilo ad abside. Frontalmente è ancora visibile parte dell’esedra, mentre non sembra esservi traccia di una eventuale stele. L’ingresso, per fortuna ben accessibile, introduce alla lunga camera funeraria, di pianta rettangolare, coperta oggi solo per 4 metri circa e absidata nella parte opposta.

Il monumento è databile intorno al Bronzo medio – Bronzo recente.

 

FS 22.1.23

Un grande sepolcro dell’età nuragica, purtroppo molto rovinato ma dall’aspetto ancora imponente, con i suoi blocchi ben lavorati e le residue, colossali lastre che coprono il corridoio funerario. Nello spazio antistante, grossi massi squadrati, sparsi qua e là fra i cespugli, residuano da un’esedra ormai sconvolta, ma senza traccia di stele. Nonostante le sue condizioni non proprio ottimali, la tomba riesce ad emanare un fascino e un’aura di antica e grave solennità…

 

FS 20.12.22

Retomo actividad.......tuve el PC en dique seco :-)

 

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Rota do Megalitismo de Portela do Mezio (Serra do Soajo)

Parque Nacional da Peneda-Gerês

 

Carretera Arcos de Valdevez-Soajo

Portela de Mezio / Fregresia de Cabana Maior / Arcos de Valdevez / Portugal

Conosciuto localmente anche come Erthola.

Seppure gravemente compromessa nella sua struttura, la tomba di Lassia riesce ancora a mostrare l’antica imponenza, con i suoi lastroni perimetrali e la residua copertura del corridoio funerario. Il corpo tombale è lungo più di 14 metri e largo quasi 6 metri, chiuso nella parte finale con un profilo ad abside. Frontalmente è ancora visibile parte dell’esedra, mentre non sembra esservi traccia di una eventuale stele. L’ingresso, per fortuna ben accessibile, introduce alla lunga camera funeraria, di pianta rettangolare, coperta oggi solo per 4 metri circa e absidata nella parte opposta.

Il monumento è databile intorno al Bronzo medio – Bronzo recente.

 

FS 22.1.23

E’ sito su un rilievo di 785 metri, in territorio di Bortigali, nel Marghine. Oltre che per la bellezza del monumento, certamente fra i più alti e maestosi e visibile a grande distanza, il Nuraghe Orolo sorprende anche per la particolarità delle soluzioni architettoniche in esso applicate. Di singolare rilievo è senz’altro il grande bastione aggiunto frontalmente al mastio centrale, munito di due torri e di una porta che sta sullo stesso asse di quella del mastio. Assolutamente splendida è poi la vista del nuraghe dalla parte posteriore, che domina il vastissimo paesaggio sottostante, dalla valle del Tirso alla piana di Macomer e a tutta la regione del Marghine.

 

FS 29.12.21

Seppure gravemente compromessa nella sua struttura, la tomba di Lassia riesce ancora a mostrare l’antica imponenza, con i suoi lastroni perimetrali e la residua copertura del corridoio funerario. Il corpo tombale è lungo più di 14 metri e largo quasi 6 metri, chiuso nella parte finale con un profilo ad abside. Frontalmente è ancora visibile parte dell’esedra, mentre non sembra esservi traccia di una eventuale stele. L’ingresso, per fortuna ben accessibile, introduce alla lunga camera funeraria, di pianta rettangolare, coperta oggi solo per 4 metri circa e absidata nella parte opposta.

Il monumento è databile intorno al Bronzo medio – Bronzo recente.

 

FS 22.1.23

Questo dolmen è composto attualmente da pochi ortostati originari, ma spicca ancora nella campagna, parzialmente occultato da un albero cresciuto a ridosso della struttura. Purtroppo non si trova in buone condizioni, e per di più in tempi recenti qualcuno vi ha accumulato del pietrame allo scopo di servirsene come ricovero, o deposito di attrezzi o altro.

Per fortuna è presente ancora il grande lastrone di copertura, inclinato da un lato per la mancanza dei blocchi di base che lo sostenevano.

Per me il monumento è comunque splendido, e forse ho trovato in un’umida mattina l’atmosfera giusta per fotografarlo.

 

FS 7.3.23

Il più grande dolmen del mediterraneo nella luce e nella rugiada del primo mattino.

 

FS 25.09.16

E’ sito su un rilievo di 785 metri, in territorio di Bortigali, nel Marghine. Oltre che per la bellezza del monumento, certamente fra i più alti e maestosi e visibile a grande distanza, il Nuraghe Orolo sorprende anche per la particolarità delle soluzioni architettoniche in esso applicate. Di singolare rilievo è senz’altro il grande bastione aggiunto frontalmente al mastio centrale, munito di due torri e di una porta che sta sullo stesso asse di quella del mastio. Assolutamente splendida è poi la vista del nuraghe dalla parte posteriore, che domina il vastissimo paesaggio sottostante, dalla valle del Tirso alla piana di Macomer e a tutta la regione del Marghine.

 

FS 29.12.21

Il Nuraghe Tradori spicca isolato su una piccola emergenza, in un territorio solitario cosparso di importanti tracce di epoca preistorica. Formato da massi di pietra scura, forse ricavati dalle colate laviche del massiccio vulcanico di Monte Ferru, il Tradori è stato usato fino a tempi recenti come dimora dai pastori, e ancora vi si trovano tracce di fuoco o di bivacco. Anche se molto danneggiato a causa dei crolli, il Tradori, come tutti gli altri edifici di questo genere, emana un fascino incredibile, e a me personalmente è molto caro perché è uno dei primi nuraghi che ho ammirato e fotografato.

 

FS 11.11.22

Una tomba dell’età nuragica praticamente distrutta, con la sola stele, smembrata in due parti, e nessuna traccia del corridoio funerario e dell’esedra. I frammenti oggi visibili, unici elementi dell’antico sepocro, fanno pensare a una stele centinata bilitica, e rivelano comunque una certa raffinatezza nella lavorazione, sia nella parte superiore semicircolare che in quella inferiore, giacente a terra a pochi metri.

 

FS 18.6.22

E’ sito su un rilievo di 785 metri, in territorio di Bortigali, nel Marghine. Oltre che per la bellezza del monumento, certamente fra i più alti e maestosi e visibile a grande distanza, il Nuraghe Orolo sorprende anche per la particolarità delle soluzioni architettoniche in esso applicate. Di singolare rilievo è senz’altro il grande bastione aggiunto frontalmente al mastio centrale, munito di due torri e di una porta che sta sullo stesso asse di quella del mastio. Assolutamente splendida è poi la vista del nuraghe dalla parte posteriore, che domina il vastissimo paesaggio sottostante, dalla valle del Tirso alla piana di Macomer e a tutta la regione del Marghine.

 

FS 29.12.21

Allo stato attuale questo dolmen si presenta con una struttura essenziale, costituita da due ortostati di base, lievemente rientranti, e da un lastrone di copertura, lungo poco più di m. 1,60 e largo m. 1,50. Altre lastre sono riverse nel terreno, visibilmente fuori posto ma in origine facenti parte del monumento.

 

FS 10.7.22

Una tomba dell’età nuragica praticamente distrutta, con la sola stele, smembrata in due parti, e nessuna traccia del corridoio funerario e dell’esedra. I frammenti oggi visibili, unici elementi dell’antico sepocro, fanno pensare a una stele centinata bilitica, e rivelano comunque una certa raffinatezza nella lavorazione, sia nella parte superiore semicircolare che in quella inferiore, giacente a terra a pochi metri.

 

FS 18.6.22

Il monumento fa parte dell’omonima, importante area funeraria del III – II millennio a.C. sita in territorio di Abbasanta, comprendente una singolare domus de janas che richiama la tipologia delle strutture megalitiche (v. foto nell’Album “Domus de Janas, le grotte magiche”).

 

FS 16.5.22

Allo stato attuale questo dolmen si presenta con una struttura essenziale, costituita da due ortostati di base, lievemente rientranti, e da un lastrone di copertura, lungo poco più di m. 1,60 e largo m. 1,50. Altre lastre sono riverse nel terreno, visibilmente fuori posto ma in origine facenti parte del monumento.

 

FS 10.7.22

Nel territorio di Sedilo, in località Iloi da cui prendono il nome, spiccano due bellissime tombe di giganti, costruite con conci di basalto accuratamente lavorati e squadrati. Si trovano a poca distanza l’una dall’altra, e per questo vengono di solito distinte chiamandole tomba 1 e tomba 2.

La tomba 1 si trova in cattivo stato di conservazione essendo stata nel tempo gravemente danneggiata ma lascia intravedere ancora oggi l’originaria imponenza; la tomba 2 è decisamente meglio conservata, ed è più facile osservarne l’estrema cura della lavorazione dei conci, perfettamente sagomati e accostati fra loro,

e l’eleganza della struttura.

Il complesso di Iloi presenta anche gli omonimi nuraghe e dolmen,

e poco lontano da qui si trovano le splendide domus de janas di Ispiluncas.

(v. foto nei rispettivi album).

 

FS 26.6.23

Uno dei tanti affascinanti monumenti dell'architettura funeraria dell'età del bronzo in Sardegna. Purtroppo del sepolcro megalitico di Santu Bainzu rimane in piedi solo la monumentale stele centinata, visibilmente rovinata in gran parte del suo profilo. L’esedra frontale, in origine ampia e avvolgente, è appena visibile per una minima parte, mentre il corridoio funerario si riduce a una sottile fila di pietre lungo il suo perimetro. Segni tangibili dei danni prodotti dall'azione del tempo, e non solo del tempo...

(v. altre foto della tomba di Santu Bainzu nello stesso album “Tombe di Giganti, i sepolcri dell’età del bronzo”).

 

FS 21.2.22

Questa splendida tomba megalitica, dell’età del bronzo recente, si presenta con i resti di un’esedra, lievemente ricurva, al centro della quale si apre l’ingresso, munito di stipiti e architrave. Da qui si accede al vano funerario, la cui muratura a filari aggettanti è formata da enormi blocchi rozzamente sbozzati. All’esterno del sepolcro si notano tracce di un muro di contenimento, che farebbe ipotizzare che la tomba era in origine ricoperta da un tumulo di pietre e terra.

Il monumento è ancora semi-interrato, ma la prima campagna di scavo ha consentito il rinvenimento dei resti di numerosi scheletri umani, a conferma dell’uso collettivo di questo genere di tombe.

Molto bello è anche il contesto in cui il monumento si trova, in un leggero pendìo con vigne e terreni coltivati.

 

FS 1.2.23

Grande e splendido monotorre, il nuraghe Ruju è il monumento preistorico più conosciuto di Chiaramonti. Il suo nome (Ruju=Rosso) è dovuto al colore del suo paramento murario costituito da massi di trachite rossastra. Se ne contano circa venticinque filari, ben squadrati e di grandi dimensioni che dalla base si riducono salendo verso la parte alta della muratura. L’interno è composto dal piano terra, ben conservato, e da una camera superiore cui si accede tramite una scala a spirale, oggi in parte crollata. Un aspetto molto interessante della struttura del Ruju è la presenza di lunghi lastroni di connessione fra la muratura esterna e quella interna. Si tratta di architravi che servivano probabilmente ad assicurare maggiore stabilità all’intero edificio. Questi architravi, ben visibili su due delle nicchie di camera e sul corridoio di scala, oltre che su quello d’accesso, rappresentano una soluzione architettonica geniale che dimostra la grande perizia costruttiva dei nostri antichissimi progenitori.

 

FS 25.1.22

Il dolmen Sos Monumentos si trova a non molta distanza da quello di Sa Janna ‘e Su Laccu (v. nello stesso album “ Dolmen, le più antiche architetture”), in un analogo contesto naturale e probabilmente nella stessa area funeraria che accomuna numerose altre strutture di età preistorica. Anche questo sepolcro si presenta nello schema essenziale dell’architettura dolmenica, ed è racchiuso da muretti irregolari di granito disposti a secco. Solo frontalmente si notano due ortostati, forse due menhir, che delimitano lateralmente l’ingresso e sorreggono la copertura.

 

FS 11.9.21

Il sepolcro megalitico di Talei si trova nei pressi del santuario campestre di San Mauro (v. foto nell’album “Chiese di Sardegna”), in mezzo ad un suggestivo boschetto di querce. Della tomba rimangono purtroppo solo i blocchi perimetrali del corridoio e i resti di massi e lastroni sparsi sul terreno, ma è comunque di grande interesse essendo parte del complesso nuragico omonimo che sorge a poca distanza, sempre in zona San Mauro.

 

FS 20.3.22

Questo dolmen è composto attualmente da pochi ortostati originari, ma spicca ancora nella campagna, parzialmente occultato da un albero cresciuto a ridosso della struttura. Purtroppo non si trova in buone condizioni, e per di più in tempi recenti qualcuno vi ha accumulato del pietrame allo scopo di servirsene come ricovero, o deposito di attrezzi o altro.

Per fortuna è presente ancora il grande lastrone di copertura, inclinato da un lato per la mancanza dei blocchi di base che lo sostenevano.

Per me il monumento è comunque splendido, e forse ho trovato in un’umida mattina l’atmosfera giusta per fotografarlo.

 

FS 7.3.23

Il sepolcro megalitico di Talei si trova nei pressi del santuario campestre di San Mauro (v. foto nell’album “Chiese di Sardegna”), in mezzo ad un suggestivo boschetto di querce. Della tomba rimangono purtroppo solo i blocchi perimetrali del corridoio e i resti di massi e lastroni sparsi sul terreno, ma è comunque di grande interesse essendo parte del complesso nuragico omonimo che sorge a poca distanza, sempre in zona San Mauro.

 

FS 20.3.22

Questo dolmen è composto attualmente da pochi ortostati originari, ma spicca ancora nella campagna, parzialmente occultato da un albero cresciuto a ridosso della struttura. Purtroppo non si trova in buone condizioni, e per di più in tempi recenti qualcuno vi ha accumulato del pietrame allo scopo di servirsene come ricovero, o deposito di attrezzi o altro.

Per fortuna è presente ancora il grande lastrone di copertura, inclinato da un lato per la mancanza dei blocchi di base che lo sostenevano.

Per me il monumento è comunque splendido, e forse ho trovato in un’umida mattina l’atmosfera giusta per fotografarlo.

 

FS 7.3.23

Il monumento fa parte dell’omonima, importante area funeraria del III – II millennio a.C. sita in territorio di Abbasanta, comprendente una singolare domus de janas che richiama la tipologia delle strutture megalitiche (v. foto nell’Album “Domus de Janas, le grotte magiche”).

 

FS 16.5.22

Questa splendida tomba megalitica, dell’età del bronzo recente, si presenta con i resti di un’esedra, lievemente ricurva, al centro della quale si apre l’ingresso, munito di stipiti e architrave. Da qui si accede al vano funerario, la cui muratura a filari aggettanti è formata da enormi blocchi rozzamente sbozzati. All’esterno del sepolcro si notano tracce di un muro di contenimento, che farebbe ipotizzare che la tomba era in origine ricoperta da un tumulo di pietre e terra.

Il monumento è ancora semi-interrato, ma la prima campagna di scavo ha consentito il rinvenimento dei resti di numerosi scheletri umani, a conferma dell’uso collettivo di questo genere di tombe.

Molto bello è anche il contesto in cui il monumento si trova, in un leggero pendìo con vigne e terreni coltivati.

 

FS 1.2.23

Uno dei tanti affascinanti monumenti dell'architettura funeraria dell'età del bronzo in Sardegna. Purtroppo del sepolcro megalitico di Santu Bainzu rimane in piedi solo la monumentale stele centinata, visibilmente rovinata in gran parte del suo profilo. L’esedra frontale, in origine ampia e avvolgente, è appena visibile per una minima parte, mentre il corridoio funerario si riduce a una sottile fila di pietre lungo il suo perimetro. Segni tangibili dei danni prodotti dall'azione del tempo, e non solo del tempo...

(v. altre foto della tomba di Santu Bainzu nello stesso album “Tombe di Giganti, i sepolcri dell’età del bronzo”).

 

FS 21.2.22

Nonostante la fitta e rigogliosa vegetazione che ricopre tutta l’area del dolmen, il monumento mostra la sua imponenza solo osservando la lastra di copertura, di oltre 4 metri e mezzo per 4. Essa poggia su sei ortostati, ma intorno ci sono altre lastre di varie dimensioni addossate al sepolcro, una sorta di paramento esterno, che ne fanno intuire la sua notevole importanza in un territorio già ricchissimo di testimonianze preistoriche.

Il dolmen, conosciuto anche col nome di Filia, è costruito interamente in pietra basaltica.

 

FS 11.5.23

Il dolmen Sos Monumentos si trova a non molta distanza da quello di Sa Janna ‘e Su Laccu (v. nello stesso album “ Dolmen, le più antiche architetture”), in un analogo contesto naturale e probabilmente nella stessa area funeraria che accomuna numerose altre strutture di età preistorica. Anche questo sepolcro si presenta nello schema essenziale dell’architettura dolmenica, ed è racchiuso da muretti irregolari di granito disposti a secco. Solo frontalmente si notano due ortostati, forse due menhir, che delimitano lateralmente l’ingresso e sorreggono la copertura.

 

FS 11.9.21

Vedi altre foto di Prunaiola nello stesso album "Dolmen, le più antiche architetture".

Grande e splendido monotorre, il nuraghe Ruju è il monumento preistorico più conosciuto di Chiaramonti. Il suo nome (Ruju=Rosso) è dovuto al colore del suo paramento murario costituito da massi di trachite rossastra. Se ne contano circa venticinque filari, ben squadrati e di grandi dimensioni che dalla base si riducono salendo verso la parte alta della muratura. L’interno è composto dal piano terra, ben conservato, e da una camera superiore cui si accede tramite una scala a spirale, oggi in parte crollata. Un aspetto molto interessante della struttura del Ruju è la presenza di lunghi lastroni di connessione fra la muratura esterna e quella interna. Si tratta di architravi che servivano probabilmente ad assicurare maggiore stabilità all’intero edificio. Questi architravi, ben visibili su due delle nicchie di camera e sul corridoio di scala, oltre che su quello d’accesso, rappresentano una soluzione architettonica geniale che dimostra la grande perizia costruttiva dei nostri antichissimi progenitori.

 

FS 25.1.22

Sardegna, Serri (CA), Santuario Nuragico Federale di Santa Vittoria, chissà se 3000 anni fa il panorama era lo stesso...chissà.

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